Raid israeliani sul campo profughi di Jabalia potrebbero essere un crimine di guerra
L’Alto Commissariato Onu per i diritti umani ha espresso preoccupazione per i raid israeliani sul campo profughi di Jabalia nella Striscia di Gaza, definendoli possibili crimini di guerra. Secondo l’ufficio Onu, l’alto numero di vittime civili e la vasta distruzione causata dai raid aerei sollevano seri dubbi sulla proporzionalità degli attacchi.
L’esercito israeliano non è in grado di fornire un bilancio preciso delle vittime civili, ma il portavoce delle Forze di Difesa israeliane ha sottolineato che Hamas si nasconde deliberatamente dietro le infrastrutture civili, cercando di sfruttare le immagini di distruzione a proprio vantaggio.
Secondo i palestinesi, decine di civili sono stati uccisi nel raid, mentre Israele sostiene che l’obiettivo era un comandante di Hamas responsabile dell’attacco del 7 ottobre.
Le Forze di Difesa israeliane hanno invitato la popolazione civile di Gaza a spostarsi verso sud, lungo corridoi sicuri creati dall’esercito. Tuttavia, è importante sottolineare che queste aree non sono considerate “zone sicure”, ma sono considerate il luogo più sicuro in tutta Gaza.
Nel frattempo, fonti palestinesi sui social media hanno denunciato un nuovo raid sul campo profughi di Jabalia. Secondo le brigate al Qassam, l’ala militare di Hamas, durante questi attacchi sarebbero stati uccisi anche sette ostaggi catturati nell’attacco del 7 ottobre.