“Volete sapere dove ho trovato la mia ispirazione? In un albero; l’albero sostiene i grossi rami, questi i rami più piccoli e i rametti sostengono le foglie. E ogni singola parte cresce armoniosa, magnifica.”
Gaudì scelse Barcellona per la sua vita, la scelse per i suoi studi di architettura e la scelse di nuovo per le sue magnificenti opere, oggi Barcellona ripaga Gaudì custodendone i capolavori dichiarati patrimonio dell’ umanità.
Camminando per Barcellona, quello che mi ha colpito è stato che le opere di Gaudì spiccano nella città come un libro di favole per bambini sullo scaffale delle enciclopedie. Non ricordo nello specifico presso quale meravigliosa opera mi trovavo, quando lessi un pensiero di Gaudì : «L’originalità» disse «consiste nel ritornare alle origini; originale è, dunque, ciò che con mezzi nuovi fa ritorno alla semplicità delle prime soluzioni» . Al momento della laurea in architettura fu definito ” è un pazzo o un genio, prima o poi lo scopriremo “, si ispirava alla natura, alle forme e alle strutture che osservava, che aveva osservato durante la sua infanzia sui monti vicino casa, dove era costretto a stare per le sue condizioni di salute. In questo quindi risiede la sua genialità, il suo controverso stile che lo ha reso inconfondibile e che attualmente lo accompagna addirittura lungo la strada della canonizzazione: affidare e mettere al servizio della Provvidenza il proprio sapere, per creare delle opere che siano un inno alla magnificenza della natura.
Il parco fu progettato da Gaudì e da Guell con lo scopo di creare un luogo distante dal centro città, un’ esplosione di arte ispirata alla natura dove costruire anche delle residenze in perfetta simbiosi con la vegetazione circostante ma dotate di ogni comfort dell’ epoca. Qui le linee curve delle installazioni richiamano al massimo il momento naturalistico di Gaudì, espressione della sua ammirazione della natura e dei materiali poveri. Riguardo all’ interpretazione del simbolismo di Gaudì molti lo hanno definito “massonico”, ma questo fa parte della sua misteriosa personalità, tant’ è che la fama gli si presentò solo dal momento in cui lui lasciò la vita mondana del Dandy per ritirarsi in abitudini semplici, ma soprattutto per dedicarsi alla sua opera massima, la Sagrada Familia.
Quando dissi a degli amici che stavo andando a Barcellona, il consiglio generale di tutti fu di non entrare dentro La Sagrada Familia perchè tanto non avrei visto nulla se non cantieri di lavoro.
Ogni cosa ti parla di miracolo ma anche di magia, credo che null’ altro al mondo possa dar vita ad una serie di contraddizioni interne quanto una visita alla Sagrada Familia.
«Nella Sagrada Famiglia tutto è frutto della Provvidenza, inclusa la mia partecipazione come architetto».
Gaudì morì nel 1926 investito da un tram, mentre si recava al lavoro, presso la Sagrada Familia, ( che a detta sua sarà terminata da San Giuseppe ), sarà riconosciuto solo da un prete che aveva incontrato durante i lavori, viveva in estrema semplicità, lontano dai riflettori, dedito solo alla ricerca della bellezza, perchè la bellezza, diceva, “è l’ espressione della verità”.
L’ augurio che vi faccio quetsa volta è di andare a Barcellona e di innamorarvi anche voi di Gaudì!
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