In un periodo di crescente interdipendenza economica e sfide globali, il G7 si trova di fronte a un divario sempre più preoccupante nella produttività rispetto ai paesi del G20. La recente nota B7 Flash, redatta da Confindustria Pescara in vista della “G7 – Industry Stakeholders Conference: Leaving no one behind: Industry for Development”, evidenzia come i paesi del G7 stiano affrontando sfide significative nel mantenere il loro ruolo di leader nella promozione dello sviluppo sostenibile e della cooperazione internazionale. Durante i giorni dell’evento, in programma dal 22 al 24 ottobre, verranno analizzate le strategie necessarie per supportare le economie in via di sviluppo, in particolare quelle africane, altamente vulnerabili a fattori esterni come l’elevato debito pubblico e le turbolenze geopolitiche.
Negli ultimi due decenni, il divario di produttività tra i paesi del G7 e le loro controparti nel G20 ha mostrato un aumento allarmante. Dal 2001 al 2023, la differenza di produttività tra le economie settentrionali e gli altri membri del G7 è cresciuta dal 18% al 35%. Questo significativo incremento pone interrogativi sulla capacità del G7 di sostenere paesi meno sviluppati, in particolare quelli africani, che attualmente dedicano circa il 17% delle loro entrate statali al servizio del debito estero. Tale situazione compromette la possibilità di investire in settori chiave come l’industria e i servizi pubblici, risultando in uno sviluppo economico limitato.
La nota B7 Flash attribuisce questo contesto a una serie di fattori interconnessi, tra cui le tensioni geopolitiche derivanti dai conflitti in Ucraina e in Medio Oriente. Tali conflitti hanno avuto ripercussioni dirette sull’economia globale, contribuendo all’aumento dell’inflazione e aggravando le condizioni economiche per numerosi paesi in difficoltà. Per affrontare queste problematiche, diviene cruciale per i paesi del G7 collaborare attivamente con i paesi in via di sviluppo, creando sinergie che possano portare a una crescita più sostenibile e inclusiva.
L’analisi svolta da Confindustria e Deloitte sottolinea come i paesi del G7 abbiano il potere di promuovere politiche orientate allo sviluppo sostenibile, ma i progressi appaiono disomogenei. Nonostante esista un’agenda globale, rappresentata dai 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile , solo una minima parte di questi obiettivi ha raggiunto uno stato soddisfacente in Africa. Secondo i dati forniti dall’UNDP, meno del 6% dei 32 obiettivi misurabili è sulla buona strada per essere realizzato entro il 2030, il che suggerisce una necessità di azioni più incisive e coordinate.
Barbara Cimmino, Vice Presidente per l’Export e l’Attrazione Investimenti di Confindustria, evidenzia che 21 obiettivi devono ancora essere raggiunti, con 8 di essi che richiedono un’inversione delle tendenze negative. La creazione di solide partnership pubblico-private è considerata essenziale per facilitare l’industrializzazione, aumentare la resilienza economica e migliorare l’integrazione dei mercati globali. Si sottolinea l’importanza di investimenti mirati e di riforme strutturali nel sistema educativo, con particolare attenzione all’incremento dell’accesso per donne e giovani a percorsi formativi STEM.
Andrea Poggi, Innovation Leader di Deloitte Italia, sottolinea il momento critico del G7 nel rispondere alle sfide economiche dei paesi in via di sviluppo, specie in Africa. L’analisi delle tendenze di crescita indica che dal 2023 al 2025, la crescita annuale dei paesi del G7 sarà significativamente inferiore rispetto al resto del G20, creando difficoltà nel mantenere un ruolo di guida nello sviluppo globale. Affrontare questa situazione richiederà un ripensamento delle politiche economiche, cercando di garantire una maggiore competitività attraverso la cooperazione internazionale.
Tra le iniziative già avviate dai paesi del G7 verso l’Africa, possiamo citare il programma “Energy for Growth in Africa”, l’“Apulia Food Systems Initiative” e il “Pandemic Fund”. Queste azioni riflettono un impegno verso una crescita inclusiva, ma per il loro successo è fondamentale assicurare finanziamenti costanti e una visione a lungo termine. Riforme nei sistemi educativi, con un focus sull’accesso a scolastiche superiori e programmi STEM, saranno cruciali nel ridurre il sottosviluppo e migliorare la prospettiva economica dei paesi coinvolti. In questo contesto, favorire la cooperazione tra i paesi del G7 e quelli in via di sviluppo rappresenta una condizione necessaria per promuovere una crescita globale etica e sostenibile.
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