Il podcast “Un filo d’erba” è un progetto della Fondazione Matera Basilicata 2019, scritto e narrato dal poeta Franco Arminio. Questo podcast, prodotto da Chora Media, è ora disponibile su diverse piattaforme gratuite come Spotify, Apple Podcast, Spreaker e Google Podcasts.
Arminio spiega che gli piace l’idea di unire passato e presente, raccontando la storia di un poeta antico come Scotellaro, che è morto 70 anni fa ma che descrive un mondo che è ancora attuale. Per Arminio, Scotellaro è come un fratello maggiore, sentendosi vicino alla sua passione civile. Arminio ha visitato il paese natale di Scotellaro, Tricarico, e si sente vicino al mondo contadino descritto dal poeta.
Arminio vuole far conoscere Scotellaro alle nuove generazioni, senza mediazioni filologiche. Vuole che i giovani possano apprezzare direttamente la lingua e la voce di Scotellaro. Arminio afferma che Scotellaro ha fatto molte battaglie ed è un eroe a modo suo. Il podcast e l’antologia curata da Arminio, che sarà pubblicata a gennaio, servono a sottolineare la qualità di Scotellaro e spera che qualcuno possa innamorarsi di lui.
Arminio spiega che Scotellaro è poco pubblicato perché viene considerato un autore locale e i poeti del Sud sono sottostimati. Inoltre, al Sud non ci sono grandi editori. Durante la sua vita, Scotellaro non pubblicò nulla fino a quando Mondadori non lo contattò poco prima della sua morte. La sua raccolta fu pubblicata nel ’54 e vinse il Premio Viareggio, ma Scotellaro non ebbe l’opportunità di ricevere questo riconoscimento in vita. Arminio afferma che Scotellaro era visto come un poeta di un mondo che stava finendo, ma in realtà aveva il passo dei lirici greci.
Secondo Arminio, se Scotellaro fosse vissuto oggi, avrebbe utilizzato i social media per far sentire la sua voce. Arminio crede che la rete si adatti alla poesia e che se uno è bravo, qualcuno se ne accorge. Scotellaro sarebbe ancora attuale oggi, poiché la sua battaglia per rivitalizzare il mondo contadino è ancora tutta da combattere. Arminio si considera un continuatore del suo lavoro e crede che se l’Italia avesse ascoltato Scotellaro, Carlo Levi, Olivetti e Danilo Dolci, sarebbe in una situazione migliore oggi.