Decine di manifesti sono stati affissi in centro a Torino, sotto i portici di via Roma, riportando i nomi, le età e le fotografie delle persone rapite da Hamas il 7 ottobre. I manifesti, firmati con l’hashtag #KindnappedFromIsrael, chiedono aiuto per riportare a casa le vittime vivi. Nel testo si fa riferimento a “quasi 200 civili israeliani portati nella Striscia di Gaza” e a “più di 3.000 donne, uomini e bambini, di età compresa tra i tre mesi e gli 85 anni, che sono stati feriti, uccisi, picchiati, violentati e separati brutalmente dai loro cari da Hamas”.
I manifesti invitano le persone a scattare una foto e condividerla per aumentare la visibilità del caso. L’iniziativa mira a sensibilizzare l’opinione pubblica e a ottenere supporto per il ritorno in sicurezza delle persone rapite. Tuttavia, alcuni manifesti sono stati strappati, dimostrando una reazione contrastante da parte di alcuni individui.
I manifesti rappresentano una testimonianza visiva delle persone rapite da Hamas e cercano di attirare l’attenzione sulle loro storie. I volti di bambini, giovani e anziani sono esposti insieme ai loro nomi, creando un impatto emotivo. L’appello è chiaro: “Rapiti. Aiutaci per favore a portarli a casa vivi”.
Il testo dei manifesti menziona la situazione nella Striscia di Gaza, sottolineando il numero di civili israeliani rapiti e le violenze subite da migliaia di persone. Si fa riferimento a feriti, uccisi, picchiati, violentati e separati brutalmente dai loro cari. Queste informazioni cercano di evidenziare l’urgenza e la gravità della situazione.
L’affissione dei manifesti a Torino è un modo per sensibilizzare l’opinione pubblica su ciò che sta accadendo nella Striscia di Gaza. L’invito a condividere le foto dei manifesti mira a coinvolgere un pubblico più ampio e a creare consapevolezza sulle vittime rapite da Hamas.
Nonostante l’iniziativa abbia lo scopo di promuovere la solidarietà e l’attenzione verso le persone rapite, alcuni manifesti sono stati strappati. Questo dimostra che l’argomento è controverso e suscita reazioni diverse. Tuttavia, l’importanza di continuare a sensibilizzare l’opinione pubblica rimane fondamentale per cercare una soluzione pacifica e il ritorno delle vittime.