La rete di finanziamento di Hamas è complessa, coinvolgendo Stati come Iran, Qatar, Arabia Saudita, Egitto, Sudan, Algeria e Tunisia, tutti con un interesse anti-israeliano. Anche Russia e Cina, pur negando coinvolgimento, hanno contribuito indirettamente. Le accuse israeliane, le ricostruzioni filo-palestinesi e i pochi dati ufficiali si intrecciano in un contesto di interessi intorno alla polveriera mediorientale.
I finanziamenti umanitari sono fondamentali per la sopravvivenza del popolo palestinese, ma secondo le accuse israeliane, parte di essi viene sottratta da Hamas per altri scopi. Questi aiuti provengono principalmente dall’ONU, dall’Unione Europea, dalla Norvegia, dal Giappone e dall’Australia, ma anche da diverse ONG internazionali.
La maggior parte dei fondi europei destinati alla Palestina vanno all’Autorità Nazionale Palestinese (ANP), che controlla la Cisgiordania. Tuttavia, ci sono polemiche riguardo alla possibilità che Hamas venga finanziato indirettamente anche dall’Unione Europea. I finanziamenti sono tracciabili attraverso la pagina sulla trasparenza finanziaria del sito della Commissione UE.
È importante distinguere Hamas dalla popolazione palestinese e di Gaza, che è ostaggio dei fondamentalisti. L’Alto Rappresentante per la Politica estera e di Sicurezza, Josep Borrell, ha sottolineato che non tutti i palestinesi sono terroristi e che il sostegno all’ANP deve continuare.
Articolo di Fabio Insenga