StatisticAll, il festival dedicato alla statistica e alla demografia, è in corso a Treviso e affronta temi cruciali quali inclusione e diritti. Durante l’evento, il panel “Uguaglianze, discriminazioni e diversity policy: dati, divari e diritti” ha offerto una panoramica del contesto attuale nazionale e internazionale riguardo alla giustizia sociale e alle politiche di inclusività. L’importanza della statistica emerge come strumento fondamentale per esaminare se la nostra società si sta realmente liberando dalle discriminazioni basate su genere, origini etniche, religione e orientamento sessuale, o se questi fenomeni continuano ad intensificarsi. In un periodo in cui la consapevolezza sociale è in crescita, capire le dinamiche delle disuguaglianze diventa un compito essenziale per il progresso culturale e sociale.
L’importanza della statistica ufficiale nella lotta contro le disuguaglianze
Cristina Freguja, esperta nel campo delle politiche di inclusione, ha evidenziato come negli ultimi anni la statistica ufficiale abbia dedicato notevoli risorse a misurare le disuguaglianze. Questo sforzo mira a far emergere fenomeni spesso trascurati, grazie a indagini approfondite sui processi discriminatori e sugli effetti sull’individuo. Secondo Freguja, la spinta per affrontare queste problematiche è avvertita a livello internazionale, con l’Europa che si impegna attivamente nella lotta contro le discriminazioni. “Il problema persiste anche all’interno dei luoghi di lavoro,” ha affermato, “è cruciale far comprendere al pubblico l’importanza di valorizzare l’eterogeneità per costruire un tessuto sociale coeso e produttivo.” Creare ambienti che promuovono la diversità non avvantaggia soltanto la singola persona, ma contribuisce in modo significativo alla produttività complessiva di un’azienda.
Discriminazione sul posto di lavoro: dati allarmanti
Agnese Canevari, dirigente dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali , ha esposto i risultati di una ricerca condotta in collaborazione con ISTAT, evidenziando un aspetto preoccupante delle politiche lavorative in Italia. Dalla ricerca è emerso che una persona su quattro ha vissuto discriminazioni legate al proprio orientamento sessuale sul luogo di lavoro, mostrando come molti dipendenti non si sentano liberi di esprimere la propria identità. “Il dato relativo all’equality data è di fondamentale importanza,” ha sottolineato Canevari, “per affrontare il fenomeno della discriminazione è necessario prima riconoscerlo e comprenderlo appieno.”
La rilevanza di questi dati si estende anche al contesto internazionale, secondo Linda Laura Sabbadini, ex Chair di Women20. Ha messo in evidenza come la scarsa attenzione da parte della statistica ufficiale impedisca l’adozione di strategie efficaci per affrontare e combattere le discriminazioni. Sabbadini ha richiamato l’attenzione su paesi del G20, come Russia, Arabia Saudita e Brasile, dove le lacune nei dati statistici legati alla violenza di genere risultano particolarmente problematiche.
Un confronto internazionale sul razzismo e le metodologie di indagine
Tommaso Vitale, professore di Sociologia all’Istituto di Studi Politici di Parigi , ha fornito una prospettiva esterna per analizzare il tema del razzismo. Secondo Vitale, una comprensione approfondita della discriminazione richiede di esaminare le percezioni soggettive degli individui. In Francia, il governo ha adottato un approccio innovativo, delegando a un ente pubblico il compito di misurare ogni anno le attitudini della popolazione su temi legati al razzismo. Questo processo, che coinvolge un campione significativo di cittadini e una commissione di esperti, permette di monitorare le variazioni nel tempo integrando nuove questioni che riflettono la sensibilità sociale. “La partecipazione delle associazioni e la flessibilità del metodo utilizzato rivestono una grande importanza,” ha concluso Vitale, sottolineando il valore di un approccio investigativo che si è adattato alle esigenze in evoluzione della società.