L’Italia è divisa sull’inserimento del femminicidio come reato autonomo rispetto all’omicidio. Secondo un sondaggio condotto da Quorum/YouTrend per Sky TG24, il 46% delle persone è d’accordo con questa distinzione legale, mentre il 48% non lo è. Le donne sembrano essere più propense ad accettare questa distinzione (50-43%), mentre gli uomini tendono verso il disaccordo (40-54%). Le opinioni variano anche tra le diverse regioni: i residenti del Nord sono principalmente contrari (39-54%), mentre quelli del Centro sono più favorevoli (52-41%).
La società italiana sembra anche divisa sull’idea che ogni uomo dovrebbe sentirsi in parte responsabile quando avviene un femminicidio: il 44% è d’accordo, mentre il 50% è in disaccordo. Gli uomini (56%) sono più inclini a non sentirsi responsabili di questa colpa collettiva.
Quasi due italiani su tre ritengono che i casi di femminicidio siano aumentati, mentre uno su due crede che i fattori culturali siano la causa principale di questa stabilità. La maggioranza degli italiani (63%) ritiene che il numero di femminicidi sia aumentato negli ultimi 30 anni, anche se i dati ufficiali dicono il contrario. Le donne sono particolarmente convinte dell’aumento dei casi (73%), mentre gli uomini sono al 52%.
Circa la metà degli intervistati (48%) ritiene che la stabilità del fenomeno sia principalmente dovuta a ragioni culturali. Le donne tendono a considerare i fattori culturali come causa principale (53%), mentre gli uomini (42%) meno. I pensionati sono ancora più inclini a credere che la cultura sia la causa principale (60%). Gli elettori del PD sono particolarmente convinti dell’influenza culturale (66%), mentre quelli di Fratelli d’Italia sono più propensi a considerare fattori fisiologici (28%).
Le due azioni più efficaci per contrastare il femminicidio, secondo il sondaggio, sono l’introduzione di un’educazione di genere nelle scuole (26%) e facilitare la denuncia della violenza di genere da parte delle donne (26%). Il gruppo di età 18-34 anni è più favorevole all’educazione di genere (29%) e meno favorevole all’inasprimento delle pene (12%). Gli elettori del PD sono particolarmente a favore dell’educazione di genere (38%), mentre quelli di Fratelli d’Italia e degli altri partiti di centro-destra pensano che l’inasprimento delle pene sia la soluzione migliore (rispettivamente al 25% e al 31%).