Roma spera di vincere la candidatura per ospitare l’Esposizione Universale del 2030, battendo Riyad (Arabia Saudita) e Busan (Corea del Sud). Se Roma dovesse vincere, sarebbe un grande successo per la città, che ha atteso l’Esposizione Universale dagli anni Trenta del Novecento. L’Expo del 1942, che avrebbe dovuto tenersi a Roma, fu cancellato a causa della Seconda Guerra Mondiale. L’Esposizione Universale del 2030 porterebbe un impatto economico significativo per l’Italia, con un valore stimato di 50,6 miliardi di euro. Questo includerebbe investimenti pubblici e privati, creazione di nuove aziende e posti di lavoro, e un aumento delle presenze turistiche.
Il progetto di Roma per l’Esposizione Universale prevede la riqualificazione dell’area del quadrante Ovest della città, dove si trovano le Vele di Calatrava, un’opera incompiuta dell’architetto Santiago Calatrava. Questa zona è già destinata a ricevere fondi per il Giubileo del 2025, ma con l’Expo potrebbe vedere una vera rinascita. Il masterplan prevede la creazione dell’Expo Village, che diventerà un’estensione del campus dell’Università di Tor Vergata dopo l’evento. Il sito espositivo sarà diviso in tre aree: la Città, il Boulevard e il Parco. Un corridoio verde collegherà l’Esposizione agli adiacenti siti archeologici della via Appia e ad altri monumenti storici di Roma. Il Parco sarà ricoperto da una vegetazione lussureggiante e avrà padiglioni tematici, tra cui uno dedicato alla diffusione della conoscenza del mondo naturale.
Uno dei punti salienti dell’Expo Roma sarà il parco solare urbano, che sarà il più grande al mondo accessibile al pubblico. Si estenderà su 150mila metri quadrati e avrà una capacità produttiva di picco di 36 Mega Watt. Il parco sarà composto da centinaia di “alberi energetici” che raccoglieranno energia solare e offriranno ombra ai visitatori. Questo contribuirà a conferire all’intera infrastruttura di Expo un aspetto unico. Inoltre, il padiglione “Eco-system 0.0”, l’edificio più alto dell’Expo, fornirà raffreddamento attraverso l’evaporazione.
In conclusione, la candidatura di Roma per ospitare l’Esposizione Universale del 2030 rappresenta un’opportunità unica per la città. Non solo porterebbe un impatto economico significativo, ma anche una riqualificazione dell’area del quadrante Ovest e la creazione di un parco solare urbano innovativo. La decisione finale verrà presa oggi pomeriggio a Parigi, e Roma spera di ripetere il successo che ha avuto nel 2008 con l’Expo 2015.