Il triste evento del 9 dicembre a Calenzano ha lasciato una comunità nel dolore, con cinque persone decedute e molti feriti. Le autorità competenti sono ora impegnate in un’analisi approfondita delle cause dell’esplosione nel deposito Eni in via Erbosa. Le perizie in corso si svolgono nell’area delle pensiline di carico del carburante, cruciali per determinare le responsabilità e prevenire futuri incidenti simili.
Sopralluoghi e investigazioni: il lavoro degli esperti
A una settimana dalla tragedia, il procuratore di Prato, Luca Tescaroli, insieme al sostituto Massimo Petrocchi e a un team di esperti, ha effettuato un nuovo sopralluogo presso il deposito Eni di Calenzano. L’area rimane sotto sequestro, e il focus dell’indagine riguarda la zona delle pensiline dove si è verificata l’esplosione. Gli investigatori, unitamente ai carabinieri, stanno conducendo accertamenti per delineare chiaramente le circostanze del sinistro.
Le perizie in corso coprono vari aspetti, tra cui quelli relativi agli esplosivi, alla chimica, e alla sicurezza sul lavoro. I risultati di queste indagini saranno determinanti per comprendere il rapporto di causa ed effetto tra l’esplosione e i lavori in corso, avviati nella zona delle pensiline. Si stima che i risultati possano essere utilizzati in un incidente probatorio nell’ambito del procedimento penale che è stato avviato, dove si ipotizzano reati come omicidio colposo plurimo e lesioni.
Particolare attenzione è dedicata agli impianti di sicurezza nel deposito, così come alla manualità degli operai al momento dell’incidente. L’indagine intende chiarire se siano state compiute azioni negligenti che possano aver contribuito all’evento catastrofico.
L’analisi della baia 6 e le vittime dell’esplosione
Gli esperti si concentrano specificamente sulla baia 6 del deposito, dove erano in corso lavori di manutenzione al sistema di recupero vapori. Si sospetta che un carrello presente in quella zona, contenente diversi componenti, possa avere innescato l’esplosione. Dalle ricostruzioni fornite da alcuni video, si ipotizza che una sostanza tossica possa essersi propagata, causando un’esplosione devastante che ha portato a cinque tragiche morti.
Le vittime identificate includono tre autisti di autocisterne, Vincenzo Martinelli, 51 anni, Carmelo Corso, 57 anni, e Davide Baronti, 49 anni; e due tecnici manutentori della ditta lucana Sergen, Franco Cirielli, 50 anni, e Gerardo Pepe, 45 anni. Ognuna di queste persone stava lavorando al momento dell’incidente e la loro scomparsa ha profondamente colpito le famiglie e la comunità locale.
L’identificazione delle vittime e i funerali
A seguito dell’esplosione che ha colpito Calenzano, la Procura di Prato ha già identificato tutte le vittime. I medici legali hanno completato le autopsie e tutte le procedure di identificazione, comprese quelle odontoiatriche e genetiche. I corpi delle cinque persone decedute sono ora nelle mani dei familiari, ai quali è stata autorizzata la celebrazione dei funerali.
L’ufficio della Procura ha comunicato che questo risultato segna un’importante fase nell’inchiesta e ha dato il via libera alla celebrazione dei funerali, previsti per la prossima settimana. Sebbene la situazione rimanga delicata, le autorità stanno facendo di tutto per garantire che vengano fornite risposte dettagliate sulle responsabilità legate all’incidente. Il procuratore Tescaroli ha sottolineato come le indagini siano portate avanti con la massima riservatezza, al fine di far luce sulle cause e sui responsabili di questa tragedia.