Il cimitero di Castelvetrano accoglierà domani all’alba la salma di Matteo Messina Denaro, deceduto lunedì notte all’ospedale de L’Aquila a causa di un cancro che lo affliggeva dal 2020. Il padrino mafioso aveva espresso nel suo testamento biologico il desiderio di evitare accanimenti terapeutici e alimentazione forzata. Il venerdì precedente era entrato in coma irreversibile e gli era stato interrotto il cibo. Lorenza Guttadauro, nipote e legale di Messina Denaro, ha scelto una cassa in cedro come feretro e ha potuto vederlo dopo la sua morte. Il corpo del boss è stato sottoposto ad autopsia nel pomeriggio grazie all’accordo tra la procura di Palermo e quella de L’Aquila: l’esame, effettuato dal medico legale Cristian D’Ovidio, ha confermato il decesso per cause naturali. Successivamente è stato rilasciato il permesso per la sepoltura e il dissequestro della salma, che è stata poi caricata su un carro funebre proveniente da Castelvetrano. Il lungo viaggio funebre del boss si concluderà nel cimitero del suo paese di origine. La Questura di Trapani ha vietato i funerali pubblici e ha imposto regole rigide per la cerimonia: solo pochi familiari potranno assistere alla tumulazione nel cimitero blindato. Le esequie, senza rito religioso, dovrebbero concludersi entro le sette del mattino. Non ci sarà la madre di Messina Denaro, invalida da molti anni. La Chiesa ha vietato i funerali religiosi per i mafiosi, posizione ribadita con fermezza dal vescovo di Mazara del Vallo, Giurdanella. In un vecchio appunto, il capomafia aveva espresso il suo rifiuto per le esequie cattoliche, definendo gli uomini di chiesa “immondi”. Sarà quindi difficile che vi sia una benedizione da parte di un sacerdote. Domani si consumerà l’ultimo atto della vita del più recente grande latitante di Cosa Nostra, di fronte a pochi familiari visto che molti sono detenuti in carcere.
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