Dal 2014, un numero significativo di minori stranieri non accompagnati è approdato in Italia via mare, sollevando preoccupazioni in ambito sociale e umano. In questo contesto drammatico, Save The Children, alla vigilia della Giornata internazionale del migrante, ha pubblicato la quarta edizione del rapporto “Nascosti in Piena Vista“, che quest’anno si focalizza sulla soglia critica dei 18 anni. Questo passaggio rappresenta un momento difficile per molti di questi ragazza e ragazzi, i cui percorsi di integrazione e crescita rischiano spesso di interrompersi bruscamente.
Dati sugli arrivi e sulla condizione dei minori
Dal 2014 a oggi, sono sbarcati in Italia 127.662 minori provenienti da vari paesi, prevalentemente adolescenti e preadolescenti, con una media annuale di circa 11.600 arrivi. Al 30 settembre 2024, più di uno su quattro di questi minori era collocato in grandi centri di accoglienza. Quasi un sessantacinque per cento degli alloggi si trova in strutture temporanee o emergenziali, e un preoccupante 6% è ospitato in strutture destinate agli adulti. Attualmente, il sistema di accoglienza italiana ha in carico 19.215 minori, un numero che evidenzia la crisi in corso.
In termini statistici, oltre il 75% dei minori accuditi ha un’età compresa tra 16 e 17 anni. La Sicilia emerge come la regione con il maggior numero di presenze, accogliendo 4.555 minori, pari al 24,78% del totale nazionale. Tra le diverse nazionalità, quelle più consistenti sono egiziana, ucraina, gambiana, tunisina e guineana. Il 87,7% di questi giovani è di sesso maschile, il che fa emergere la necessità di una continua riflessione sulla condizione di vulnerabilità di questo gruppo.
I rischi del compimento dei 18 anni
Il rapporto di Save The Children mette in luce un momento cruciale per i minori stranieri al raggiungimento della maggiore età. Antonella Inverno, responsabile per la ricerca e l’analisi dei dati dell’organizzazione, sottolinea l’importanza di un ambiente di sostegno e amicizia per questi ragazzi. Il passaggio ai 18 anni implica un cambiamento drammatico nella loro vita, con la necessità immediata di trovarsi un lavoro e una sistemazione autonoma per poter restare legalmente in Italia. Tuttavia, molti di loro non ricevono il supporto necessario nelle prime fasi di accoglienza. Queste mancanze, secondo l’analisi, possono portare a interruzioni brusche nei loro percorsi di crescita.
Dal 1 gennaio al 30 settembre 2024, si sono registrati circa 6.610 allontanamenti volontari dalle strutture. Tra questi, il 25%, ovvero circa 1.650 ragazzi, ha lasciato definitivamente il sistema di accoglienza, esponendosi a vari pericoli. Una soluzione potrebbe risiedere nel cosiddetto “prosieguo amministrativo“, che consente di ottenere ulteriore sostegno fino ai 21 anni. Tuttavia, a metà ottobre 2024, solo 1.601 prosieguo risultavano attivi, rappresentando una frazione ridotta del totale di neo-diciottenni.
L’affido familiare e le prospettive future
La questione dell’affido familiare si rivela centrale in questo dibattito. A giugno 2024, solo il 20,4% dei minori stranieri non accompagnati era accolto in famiglie. Una percentuale che si riduce ulteriormente se si considera che l’87% di questi minori sono di origine ucraina. Tale dato suggerisce che i minori di altre nazionalità hanno più difficoltà a trovare un affido, lasciandoli così più vulnerabili a rischi e insicurezze.
Durante il 2023, ben 11.700 neo-diciottenni sono usciti dal sistema di accoglienza, un numero allarmante che riflette le sfide che affrontano questi ragazzi nel loro percorso di integrazione. I permessi di soggiorno convertiti da quelli per minore età, nel senso di facilitare una maggiore permanenza, sono stati solo 1.366 nello stesso anno. Questo scenario mette in evidenza la necessità urgente di migliorare i programmi di supporto e protezione per i minori stranieri in Italia, affinché possano non solo raggiungere la maggiore età, ma anche costruire un futuro dignitoso lontano dalle difficoltà e dalla marginalizzazione.