Il persistente allarme per la diffusione della lingua blu in Sardegna ha raggiunto livelli preoccupanti nelle ultime settimane. I dati resi noti dall’Istituto Zooprofilattico della Sardegna evidenziano un raddoppio inesorabile del numero di capi morti, con circa mille animali deceduti ogni giorno. Questa situazione drammatica è paragonabile ai picchi della crisi sanitaria del 2000, confermando la gravità dell’emergenza attuale. Nonostante l’arrivo di vaccini per alcuni sierotipi della malattia, i ritardi nella loro distribuzione e l’effetto dei cambiamenti climatici rendono inquietante il futuro per il comparto zootecnico isolano.
Negli ultimi report, l’Istituto Zooprofilattico ha registrato un totale di 3.246 focolai di lingua blu nell’isola, con un impressionante numero di 137.398 animali infetti. Nell’arco di poche settimane, il conteggio dei capi morti è passato da 1.000 segnalati il 28 agosto a ben 40.000, secondo quanto riportato dalle fonti dell’Azienda Sanitaria Locale . Questo aumento drammatico testimonia non solo la rapidità della diffusione della malattia ma anche la necessità di interventi tempestivi e coordinati per gestire la situazione.
La lingua blu è una malattia virale trasmessa principalmente da insetti vettori, le cui popolazioni sono stimolate dalle attuali condizioni climatiche. Le alte temperature favoriscono la proliferazione di questi insetti, amplificando ulteriormente la diffusione del virus tra gli animali. Chiaramente, le conseguenze di questi focolai si ripercuotono non solo sull’ambiente naturale, ma anche sulla salute economica degli allevatori, i quali già faticano a gestire il contingente emergenziale.
Coldiretti, l’associazione di categoria degli agricoltori, ha messo in luce le problematiche legate alla distribuzione dei vaccini per la lingua blu. Sebbene alcuni sierotipi, come il sierotipo 8, siano stati finalmente resi disponibili, le complicazioni burocratiche continuano a rappresentare un ostacolo insormontabile per le aziende zootecniche. Questa inefficienza nel sistema di distribuzione non solo aumenta la preoccupazione tra gli allevatori, ma ne frena anche il recupero e gli sforzi di contenimento dell’epidemia.
Il rallentamento nella fornitura dei vaccini ha costretto gli allevatori a fronteggiare un aumento vertiginoso dei capi morti e una proliferazione dei contagi. Le richieste di intervento tempestivo, sollecitate da Coldiretti sin dall’inizio dell’anno, permangono inascoltate, lasciando il settore a fronteggiare l’emergenza con risorse limitate. L’appello dell’associazione è chiaro: è necessaria l’istituzione immediata di task force per coordinare gli interventi e garantire un supporto adeguato agli allevatori colpiti.
La continuazione dell’emergenza lingua blu ha conseguenze dirette sugli allevatori sardi, costretti a osservare con crescente apprensione l’andamento della malattia tra i loro animali. Con il settore zootecnico già provato da precedenti crisi e da fattori esterni e climatici, l’aggravarsi della situazione rimette in discussione la sostenibilità economica delle loro attività. La perdita di animali, unitamente ai costi di gestione della malattia, si traduce in un grave colpo alle entrate economiche e alla stabilità del settore.
Oltre a queste difficoltà immediate, la fiducia nel sistema di gestione della sanità animale è messa a dura prova. La necessità di un intervento coordinato e rapido diventa sempre più pressante, considerando che il rischio di un ulteriore incremento dei casi è elevato. Prestare attenzione a tali dinamiche è cruciale non solo per il benessere degli allevatori, ma anche per la salute complessiva dell’industria agroalimentare in Sardegna e per la salvaguardia del patrimonio zootecnico dell’isola.
Garantire protezione e supporto agli allevatori, che si trovano a fare i conti con ripercussioni economiche e sanitarie significative, è ora una priorità. La comunità deve unirsi per affrontare questa emergenza con la serietà e l’urgenza che la situazione richiede.
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