Il libro “Cultura e imperialismo” di Edward W. Said, uno dei più importanti intellettuali palestinesi del XX secolo, esplora l’influenza dell’opera lirica “Aida” sulla cultura europea. Said sostiene che “Aida” fa parte di un gruppo ristretto di opere che, da oltre un secolo, sono molto popolari e apprezzate da musicisti, critici e musicologi. L’autore analizza come l’opera abbia contribuito a consolidare l’immagine dell’Oriente come un luogo esotico e antico, in cui gli europei possono esibire la propria forza.
Said si concentra sulla figura della protagonista, sottolineando una strana falsità che richiama lo stile di Mayerbeer, compositore dell’epoca. L’autore evidenzia che questa falsità non è tipica di Verdi e risulta più fastidiosa di tutto l’apparato dell’opera lirica. “Aida” fu scritta per l’opera del Cairo nel 1871, in un Egitto che cercava di entrare nell’orbita europea. Said invita i lettori a considerare aspetti trascurati dell’opera, sottolineando che “Aida” non è solo un’opera sul dominio imperiale, ma fa parte del dominio imperiale stesso.
Said ricostruisce la storia del soggetto e del suo autore, Auguste Mariette, egittologo influenzato dall’idea dell’Egitto diffusa in Francia da Napoleone. L’autore sottolinea come l’immagine dell’Egitto fosse manipolata nelle Esposizioni Universali europee, che mostravano modelli di villaggi e città egiziane secondo la moda dell’epoca. Anche Verdi contribuì a questa rappresentazione orientalista con la sua musica. Said analizza i costumi e le scene dell’opera, evidenziando come le sacerdotesse verdiane fossero l’equivalente delle danzatrici e delle concubine dell’harem, che erano popolari nell’arte europea dell’Ottocento.
In conclusione, Said affronta il tema della cultura e resistenza, analizzando opere letterarie di autori come Conrad, Austen, Camus e Yeats. Il suo studio dimostra come la cultura occidentale sia un ibrido che include la superiorità razziale, oltre al talento artistico e all’autorità politica e professionale. “Cultura e imperialismo” offre una prospettiva critica sulla rappresentazione dell’Oriente nell’opera “Aida” e sulla cultura europea nel contesto dell’imperialismo.