Il celebre intellettuale palestinese Edward W. Said, nel suo libro “Cultura e imperialismo”, analizza l’influenza che l’opera “Aida” ha avuto sulla cultura europea. Secondo Said, “Aida” fa parte di quel gruppo ristretto di opere che, da oltre un secolo, continuano ad essere molto popolari e apprezzate da musicisti, critici e musicologi. L’autore sottolinea l’immagine dell’Oriente come un luogo esotico, distante e antico, nel quale gli europei possono esibire la loro forza.
Said si concentra sulla figura della protagonista, affermando che c’è una strana falsità che non è tipica di Verdi e che richiama Mayerbeer in modo fastidioso. L’autore cita il musicologo Joseph Kerman per evidenziare questa peculiarità che va oltre l’apparato dell’opera lirica, i trionfi e le orchestre di ottoni.
L’opera “Aida” fu scritta per l’opera del Cairo, con un eccezionale compenso di 150mila franchi in oro. Said sottolinea che l’Egitto, tecnicamente parte dell’impero ottomano, stava cercando di entrare nell’orbita europea come un paese dipendente e sussidiario. L’autore invita i lettori a considerare gli aspetti di “Aida” che spesso vengono trascurati, ma che sono parte integrante del dominio imperiale.
Said ricostruisce la storia del soggetto e del suo autore, Auguste Mariette, egittologo influenzato dall’idea dell’Egitto e della sua cultura diffusa in Francia da Napoleone in poi. L’autore sottolinea come l’immagine dell’Egitto sia stata manipolata nelle celebri Esposizioni Universali europee, che mostravano modelli di villaggi, città e tribunali coloniali. Anche Verdi, con la sua musica, contribuì a creare un’immagine orientalizzante dell’Egitto.
Said analizza in dettaglio la creazione dell’opera, il libretto, la trama e i personaggi, definendo “Aida” come una sorta di arte da museo. L’autore sostiene che l’opera rappresenta un momento storico preciso e una forma estetica datata, concepita per fare colpo su un pubblico europeo.
Il libro di Said affronta anche altre opere letterarie, come quelle di Conrad, Austen, Camus e Yeats, per dimostrare come la cultura occidentale sia un ibrido che include la superiorità razziale, il talento artistico, l’autorevolezza politica e quella professionale. Said analizza le immagini del passato e le interazioni culturali per far luce su alcune categorie che presuppongono una cultura occidentale indipendente dalle altre culture.