Il cortometraggio “Corpo unico”, prodotto da Emma Film e Mia Film, è stato presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma. Il film, diretto da Mia Benedetta, racconta un mondo in cui sopravvive solo una donna, interpretata da Vittoria Puccini, circondata da uomini cacciatori e autori di femminicidi. Questi uomini sono condannati a portare dentro di loro, nei loro corpi, le emozioni, i traumi e i ricordi delle donne uccise.
Il contrappasso dei carnefici
Nel corto, i carnefici sono costretti a assumere la voce delle loro vittime come pena del contrappasso. Tornano così alle violenze verbali e fisiche, rivivendo gli ultimi fatali incontri. Nel manifesto del film compare un pesce mostruoso, l’anglerfish, che rappresenta il modo terribile in cui si accoppia. Questo simbolo rappresenta il fatto che i tre uomini della storia non si liberano mai del delitto commesso.
Il tema del femminicidio
Il tema del femminicidio, affrontato in modo non naturalistico o realistico, ha subito interessato la regista Mia Benedetta. Secondo l’attrice Iaia Forte, non bastano le leggi sul femminicidio, ma serve un’educazione al rispetto e uno sguardo diverso verso la donna in una società ancora improntata su modelli “fascisti”.
La mancanza di preparazione emotiva
Francesco Colella, uno degli attori del cast, osserva che spesso le donne che denunciano hanno di fronte uomini in divisa che non sono preparati emotivamente per capire la gravità della situazione. Il problema è anche culturale, manca una cultura dell’ascolto e ogni disattenzione può provocare una morte.
Sensibilizzare fin dalla scuola
Andrea Lattanzi, un altro attore del film, è colpito dal fatto che la violenza di genere sia compiuta anche dalla sua generazione. Ritiene che si debba lavorare per sensibilizzare su questi temi fin dalla scuola.