Donna incinta evacuata da nave ONG a Lampedusa: la situazione dei migranti.

The arrival in the port of Messina of the ship 'Sea Eye 4' with 476 people on board, 66 of them minors, rescued some days before in the Mediterranean, 22 June 2022. ANSA/CARMELO IMBESI

Durante la notte, la nave ong Sea Eye 4 ha effettuato un’evacuazione medica d’urgenza al largo di Lampedusa. Una donna nigeriana, al sesto mese di gravidanza e in condizioni critiche, è stata trasbordata sulla motovedetta Cp306 della Guardia costiera e successivamente sbarcata a molo Favarolo. Da qui è stata trasferita al Poliambulatorio tramite ambulanza.

Richiesta di evacuazione respinta dall’Italia

La Sea Eye 4 ha dichiarato di aver richiesto più volte al Soccorso Marittimo Italiano l’evacuazione sanitaria urgente della donna. Tuttavia, l’Italia ha risposto di fare riferimento al Centro libico di controllo delle emergenze marittime e al servizio di telemedicina italiano. Solo dopo che quest’ultimo ha concluso che il trasferimento era necessario, l’evacuazione è stata autorizzata.

Rischi durante l’operazione di salvataggio

Durante l’operazione di salvataggio, oltre alla donna incinta, altre due persone sono cadute in acqua rischiando di annegare. Fortunatamente, sono state prontamente soccorse e portate in salvo.

Indicazioni alle autorità italiane

Le autorità italiane hanno dato istruzioni alla Sea Eye 4 di dirigere verso il porto di Vibo Valentia dopo aver effettuato l’evacuazione medica a Lampedusa. Qui, le restanti persone soccorse potranno sbarcare.

La nota della Sea Eye 4

La Sea Eye 4 ha diffuso una nota in cui sottolinea le difficoltà incontrate nel richiedere l’evacuazione medica urgente. La nave ha ribadito la necessità di un intervento tempestivo per garantire la salute e la sicurezza delle persone a bordo.

Conclusioni

L’evacuazione medica d’urgenza dalla nave Sea Eye 4 rappresenta un episodio che evidenzia le complessità e le sfide che le organizzazioni umanitarie affrontano nel garantire il soccorso e l’assistenza alle persone in mare. La situazione mette in luce anche la necessità di una maggiore cooperazione tra i paesi per garantire risposte rapide ed efficaci in caso di emergenze.