Don Curry, l’ex campione del mondo, lotta contro l’encefalopatia traumatica: l’appello del figlio per trovare aiuto

La situazione dell’ex campione del mondo di boxe Don Curry è diventata critica a causa di una patologia degenerativa del cervello, diagnosticata come encefalopatia traumatica. Questo disturbo, che compromette gravemente le funzioni cognitive, ha portato suo figlio, Donovan Curry, a lanciare un appello pubblico in cerca di assistenza. Colpito da un deterioramento cerebrale che causa gravi problemi di giudizio e comportamento, Curry, 63 anni, necessita di cure specializzate che non sono più sostenibili nella sua attuale situazione.

La diagnosi di encefalopatia traumatica

Don Curry, portato alla ribalta nel mondo della boxe con il soprannome di “Cobra”, è conosciuto per il suo stile di combattimento che ha infuocato il ring negli anni ’80. Purtroppo, il lungo percorso da pugile straordinario ha lasciato il segno, provocando danni cerebrali dalle conseguenze devastanti. L’encefalopatia traumatica, condizione attribuibile a traumi ripetuti alla testa, ha portato a una riduzione delle capacità cognitive, con conseguenti difficoltà nel ragionamento, nella memoria e nel controllo degli impulsi.

La diagnosi ricevuta al Lou Ruvo Center for Brain Health ha riconosciuto ufficialmente i segni della sindrome da encefalopatia traumatica. Questo tipo di deterioramento neurologico non è isolato nel mondo sportivo; atletiche come il rugby e il football americano hanno affrontato casi simili, evidenziando il pericolo dei traumi ripetuti. In questo contesto, la situazione di Don Curry si fa sempre più grave, costringendo la famiglia a cercare soluzioni nel panorama sanitario.

La richiesta di aiuto della famiglia Curry

In un messaggio emozionante diffuso tramite i social media, Donovan ha esposto le necessità attuali di suo padre, sottolineando la mancanza di una struttura adatta alla sua situazione. Già assistito in passato da una struttura religiosa nel Texas, Don ha dovuto lasciare quel luogo a causa di conflitti con le regole stabilite, gerarchia che la malattia ha reso complessa e difficile da gestire. Al momento, Curry si trova allocato temporaneamente in un hotel a Fort Worth, in attesa di un’assistenza più adeguata.

“Stiamo cercando una struttura sanitaria a lungo termine, preferibilmente una che non richieda costi elevati”, ha dichiarato Donovan. Questa ricerca non solo evidenzia la vulnerabilità di una leggenda della boxe, ma mette anche in luce le sfide che molte famiglie affrontano quando i propri cari vengono colpiti da malattie debilitanti. Un appello che si estende alla comunità pugilistica e a chiunque possa indirizzarli verso risorse utili.

La carriera di Don Curry e il suo lascito

Nato nel 1961, Don Curry ha vissuto il picco della sua carriera negli anni ’80, un periodo in cui ha conquistato i titoli di campione del mondo nei pesi welter e superwelter. Con un record finale di 34 vittorie, di cui 25 per KO, e 6 sconfitte, è stato un avversario temuto e rispettato. Ha realizzato incontri memorabili, affrontando pugili di calibro internazionale e portando il suo stile unico nei ring di tutto il mondo.

Il suo ultimo incontro risale al 1997 e, purtroppo, chiude una carriera travolgente segnata dalle vittorie e dal talento. Nel 2019, un altro traguardo importante è arrivato con l’ingresso nella Hall of Fame della boxe, un riconoscimento che celebra il suo contributo al pugilato e le emozioni regalate ai fan. Nonostante il passato luminoso, la rappresentazione della sua malattia attuale è un duro promemoria delle fatiche fisiche e mentali sostenute da molti atleti nel tempo.

La storia di Don Curry è un invito a riflettere sulla salute degli sportivi e sull’importanza di fornire loro le risorse necessarie per affrontare le conseguenze delle loro carriere. Con il supporto della comunità pugilistica e l’interesse pubblico, potrebbe emergere una via d’uscita da questa difficile situazione che, in fondo, potrebbe aiutare una delle leggende del pugilato.