Disturbing behavior in hospitals: findings on workplace harassment among Italian doctors

Un’indagine rivela che il 5% dei medici italiani ha subito molestie sul lavoro, con un’alta percentuale di vittime che non denunciano per paura e mancanza di formazione adeguata.
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Il fenomeno delle molestie sul posto di lavoro nel settore della salute in Italia risulta essere ben più diffuso di quanto molti possano immaginare. Un’indagine condotta da Univadis Medscape, un portale dedicato ai professionisti sanitari, ha rivelato dati allarmanti sui comportamenti scorretti tra i medici. Il campione dell’indagine ha incluso 1.097 dottori italiani, rivelando che le aggressioni avvengono soprattutto negli ospedali e colpiscono in misura significativa le professioniste donne. Attraverso questo articolo, approfondiremo i risultati emersi da questo studio e il contesto che circonda queste problematiche.

La prevalenza delle molestie tra i professionisti della salute

La ricerca ha messo in luce che il 5% dei medici ha subito direttamente esperienze di molestie, mentre il 10% ha assistito a comportamenti inappropriati nei confronti di colleghi. Il dato più preoccupante è rappresentato dal fatto che il 69% delle vittime ha scelto di non denunciare l’accaduto. Questa resistenza a rendere pubbliche le aggressioni indica chiaramente delle barriere che influenzano le decisioni delle vittime. Le ragioni possono essere legate alla paura di ritorsioni, alla scarsa fiducia nei sistemi di gestione delle molestie e a una cultura di silenzio ancora ben radicata nel contesto lavorativo.

Un aspetto significativo emerso dall’indagine è che il 36% dei medici ha riportato di aver ricevuto commenti a sfondo sessuale. Il numero aumenta drasticamente, salendo al 66%, per coloro che hanno assistito a tali comportamenti senza esserne direttamente coinvolti. Altre violazioni riguardano l’invasione dello spazio personale, le proposte sessuali esplicite o implicite e le attenzioni indesiderate, segnalate rispettivamente dal 48%, 28% e 31% degli intervistati. Anche se queste molestie non sempre si traducono in aggressioni fisiche, le loro implicazioni emotive e psicologiche possono essere devastanti, minando il benessere complessivo dell’ambiente lavorativo.

Il profilo dell’aggressore e le dinamiche coinvolte

Un dato chiave dell’indagine è che nel 53% dei casi gli aggressori sono identificabili come colleghi medici, e nel 79% dei casi si tratta di uomini. Questo suggerisce la necessità di una riflessione profonda sui comportamenti sistematici all’interno della categoria professionale. Molto frequentemente, gli aggressori ricoprono ruoli di maggiore autorità rispetto alle vittime, accentuando ulteriormente il problema dell’abuso di potere. Daniela Ovadia, direttrice di Univadis Medscape Italia, ha sottolineato come tali dinamiche alimentino un clima di paura tra le professioniste, inibendo la loro propensione a denunciare.

In particolare, le statistiche rivelano che il 64% delle donne ha scelto di non segnalare le molestie, in confronto al 51% degli uomini. Le motivazioni sono varie: dal timore di ritorsioni da parte della direzione all’idea che non verranno adottate misure concrete a seguito della segnalazione. Vi è anche una preoccupazione per la perdita di riservatezza e la mancanza di informazioni sulle procedure di denuncia. Questi aspetti evidenziano un panorama lavorativo nel quale la protezione delle vittime sembra essere trascurata.

L’urgenza di una formazione adeguata e politiche di prevenzione

Un altro punto saliente della ricerca riguarda la mancanza di formazione specifica sulle molestie sessuali nei luoghi di lavoro. Solo il 9% degli intervistati ha dichiarato di ricevere formazione su questo tema, mentre il 91% ha affermato che nel proprio ambiente non vengono offerte sessioni di sensibilizzazione obbligatoria. Questo contribuisce a creare un contesto in cui le molestie possono prosperare senza un adeguato strumento per la loro gestione e prevenzione.

È evidente l’urgenza di implementare politiche più efficaci e corsi di formazione obbligatori, non solo per proteggere le donne e i giovani professionisti, ma per garantirne un ambiente di lavoro sano e sicuro. I curatori dell’indagine hanno evidenziato che un impegno concreto nel settore sanitario potrebbe portare a una maggiore consapevolezza e implementazione di strategie per affrontare e prevenire le molestie, cambiando così il panorama professionale per le generazioni future.

Non si può ignorare l’importanza di sviluppare programmi educativi che incoraggino la segnalazione di comportamenti inappropriati e promuovano una cultura di responsabilità all’interno degli ambienti sanitari. Questi interventi sono fondamentali per ridurre i casi di molestie e per supportare le vittime nel loro percorso di denuncia e recupero.

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