Digitale all’università: tablet e notebook incentivano l’uso, scuola meno

Dopo la pandemia, la tecnologia è diventata una presenza stabile nel kit scolastico degli studenti italiani. Oltre agli smartphone, utilizzati principalmente per scopi ludici, più del 90% degli studenti possiede almeno un dispositivo personale orientato alla produttività, come computer, notebook, tablet o smart paper, da utilizzare per le attività scolastiche o universitarie. Addirittura, in un terzo dei casi, ci sono più di un dispositivo sulla scrivania. Questi dati emergono dall’Osservatorio “Didattica Digitale”, una ricerca condotta da Skuola.net in collaborazione con Lenovo, che ha coinvolto 2.500 studenti tra i 16 e i 24 anni, ovvero gli studenti più grandi, che frequentano l’ultimo triennio delle scuole superiori o sono iscritti all’università.

Anche la frequenza di utilizzo di questi dispositivi è significativa. Circa la metà (48%) li utilizza quotidianamente, percentuale che sale al 60% per gli studenti universitari.

I dispositivi più utilizzati per scopi scolastici o universitari sono ancora i classici computer: il 70% degli studenti preferisce i computer fissi o i notebook, con una netta preferenza (56%) per i dispositivi portatili, che sono sicuramente più versatili. Tuttavia, i tablet e gli smart paper, le “tavolette” di ultima generazione che simulano la scrittura su carta, stanno diventando sempre più popolari e attualmente sono presenti nello zaino o sulla scrivania di circa un quarto degli studenti.

Ma la carta e la penna sono ancora presenti? Non del tutto, perché per prendere appunti il 75% degli studenti si affida ancora a strumenti analogici: nella maggior parte dei casi perché li considerano più comodi (26%) o più adatti per memorizzare le informazioni (33%). Tuttavia, va detto che il 10% ammette di non avere le conoscenze sufficienti per utilizzare in modo produttivo i dispositivi digitali.

Tra coloro che hanno adottato il digitale, al momento solo un quarto degli intervistati, il vantaggio principale risiede nella velocità (34%) e nell’organizzazione nello studio (31%). Inoltre, c’è la possibilità di girare con zaini e borse più leggeri, eliminando quasi completamente quaderni e block-note, che è il beneficio principale per il 14% di questi studenti.

Il diploma rappresenta una sorta di spartiacque tra il mondo analogico e quello digitale, almeno per quanto riguarda il rapporto tra supporti di scrittura e studio. Infatti, all’interno delle scuole superiori, l’84% degli studenti prende appunti su carta, mentre all’università questa percentuale scende al 45%. Tutti gli altri registrano le informazioni da ricordare su smartphone, tablet, computer o smart paper. Ma è l’intero metodo di studio che subisce una mini-rivoluzione nel passaggio dai livelli scolastici più bassi a quelli accademici. Ad esempio, il 93% degli studenti universitari utilizza quotidianamente o molto spesso la tecnologia per la didattica, mentre alle scuole superiori questa percentuale si ferma all’85%. Inoltre, molti studenti universitari (43%) utilizzano contemporaneamente più dispositivi, mentre tra gli studenti delle scuole superiori questa percentuale si riduce al 34%.

Tra gli studenti delle scuole superiori, solo un quinto sostiene di essere incoraggiato dalla scuola ad utilizzare dispositivi tecnologici come supporto allo studio, mentre oltre un terzo (35%) sembra addirittura sconsigliato l’uso di tali dispositivi. Al contrario, circa il 30% degli studenti universitari viene incoraggiato ad utilizzare computer e tablet, anche per la didattica quotidiana, e il 70% ha almeno la libertà di agire come meglio crede. Tra i banchi di scuola, questa libertà viene concessa a meno della metà degli studenti (44%).

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