Il diabete rappresenta una crescente sfida per la salute pubblica in Italia, con circa 4,5 milioni di persone colpite dalla malattia. La situazione è ulteriormente complicata: si stima che per ogni due individui diagnosticati, uno ignori di avere il diabete, portando il numero dei non diagnosticati a circa un milione. Questi dati allarmanti sono stati presentati da Riccardo Candido, presidente dell’Associazione Medici Diabetologi (Amd), durante una conferenza stampa a Roma il 18 marzo 2025, dal titolo “Diabete di tipo 2: investire in salute, tra accesso all’innovazione ed efficienza del Ssn, è la sfida per il futuro”, organizzata da Lilly.
La prevalenza del diabete in Italia
Attualmente, la prevalenza del diabete in Italia si attesta intorno al 7%, con la maggior parte dei casi riconducibili al diabete di tipo 2, che rappresenta circa il 90% delle diagnosi. Le forme meno comuni, come il diabete di tipo 1 e il diabete gestazionale, costituiscono rispettivamente il 5-6% e l’1-2% dei casi. Inoltre, esistono varianti meno frequenti, come il diabete da difetti genetici. La situazione è preoccupante, poiché oltre la metà dei pazienti non segue le cure prescritte, con solo il 56% delle persone con diabete di tipo 2 in grado di mantenere un valore di emoglobina glicata sotto il 7%, un obiettivo cruciale per il controllo glicemico.
Un problema globale
Candido ha evidenziato che a livello globale, il numero di persone affette da diabete supera i 500 milioni, e si prevede che questa cifra possa raggiungere i 1,3 miliardi nei prossimi 25 anni. Anche in Italia, le proiezioni indicano un aumento della prevalenza al 9-10% entro il 2040. Il diabete non è solo un problema di salute individuale, ma una vera e propria pandemia, con un impatto significativo sulla qualità della vita e sui costi per il Servizio Sanitario Nazionale. Infatti, circa l’8% delle spese sanitarie globali è attribuibile a questa malattia.
Le cause della non aderenza alle cure
Le ragioni per cui molti pazienti non raggiungono i risultati sperati nel controllo del diabete sono molteplici. Tra queste, la diagnosi tardiva e l’inizio ritardato del trattamento giocano un ruolo cruciale. Inoltre, l’inerzia terapeutica da parte dei professionisti, che non sempre intervengono in modo tempestivo e incisivo, contribuisce a questa problematica. Anche le difficoltà dei pazienti nel mantenere stili di vita adeguati, come una corretta alimentazione e attività fisica, sono fattori determinanti. Non da ultimo, l’aderenza alle terapie è un aspetto critico: si stima che solo poco più di un paziente su due segua le cure suggerite.
Innovazioni terapeutiche e accesso
Un ulteriore elemento di preoccupazione è rappresentato dalla disparità nell’accesso alle innovazioni terapeutiche. Candido ha sottolineato l’importanza di terapie come la tirzepatide, che non presenta il rischio di ipoglicemia e offre benefici nel controllo glicemico, nella riduzione del peso corporeo e nella prevenzione di danni cardiovascolari e renali. Tuttavia, l’accesso a queste nuove opportunità terapeutiche rimane problematico in Italia, evidenziando la necessità di interventi sanitari e politiche istituzionali che possano migliorare la gestione della malattia e prevenire le complicanze.
La situazione del diabete in Italia richiede un’attenzione urgente e un approccio multidisciplinare per garantire che le persone affette da questa malattia ricevano le cure e il supporto necessari per vivere una vita sana e attiva.