La capitana della squadra Nazionale femminile di flag football parla della violenza domestica
Nausicaa Dell’Orto, capitana della squadra Nazionale femminile di flag football, ha raccontato la sua esperienza di violenza domestica durante l’inaugurazione della seconda palestra Gold’s Gym a Milano. Da ragazza, suo padre non accettava che giocasse a football americano, considerandolo uno sport maschile e troppo violento. Non solo le impediva di praticarlo, ma arrivava anche a picchiarla e a gettare via l’attrezzatura. Nonostante le botte, Nausicaa non ha mai smesso di lottare per la sua passione. Oggi è capitana della nazionale di flag football e ha partecipato attivamente alla campagna per convincere il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) a includere questo sport nelle Olimpiadi a partire dal 2028.
Un impegno per il cambiamento
Nausicaa Dell’Orto ha sottolineato l’importanza di un cambiamento nella società per contrastare la violenza domestica. Per questo motivo, ha collaborato con la Fondazione Milan per il programma “Assist”, che fornisce supporto alle comunità , alle carceri e alle donne che vivono situazioni difficili. Inoltre, fa parte dell’associazione Medea, che si occupa del problema della violenza sulle donne e raccoglie fondi per case rifugio. La storia di Giulia Cecchettin, l’ultima vittima di violenza domestica, ha colpito profondamente Nausicaa e ha evidenziato la necessità di un impegno ancora maggiore per contrastare questo fenomeno. “È inquietante pensare che, non appena abbiamo saputo della sua scomparsa, abbiamo tutti pensato che l’avesse uccisa”, ha dichiarato Nausicaa.
La lotta contro la violenza domestica
La testimonianza di Nausicaa Dell’Orto mette in luce l’importanza di combattere la violenza domestica. Questo fenomeno, purtroppo diffuso, colpisce molte donne che spesso si trovano in situazioni di grande difficoltà . È fondamentale sensibilizzare l’opinione pubblica su questo problema e promuovere azioni concrete per contrastarlo. L’impegno di Nausicaa, sia come atleta che come attivista, è un esempio di come ognuno possa contribuire a fare la differenza. Collaborando con organizzazioni e associazioni, è possibile offrire supporto alle vittime e promuovere un cambiamento culturale che metta fine alla violenza domestica.