“Dazi Usa minacciano il 98% della produzione vinicola italiana, rischio di crisi per il settore”

il settore vitivinicolo italiano a rischio per dazi del 25% negli usa, con perdite stimate fino a un miliardo di euro e impatti significativi sulle esportazioni.
"Impatto dei dazi Usa sulla produzione vinicola italiana: rischio crisi settore" "Impatto dei dazi Usa sulla produzione vinicola italiana: rischio crisi settore"
dazi usa mettono a rischio il 98% della produzione vinicola italiana, possibile crisi per il settore nel 2025

Il settore del vino italiano si trova di fronte a una sfida cruciale nel 2025, minacciato da dazi del 25% proposti dall’amministrazione statunitense. Questa situazione potrebbe innescare una crisi senza precedenti per il comparto vitivinicolo, come evidenziato da un’analisi dell’Unione Italiana Vini (Uiv). Le stime indicano che il danno diretto alla domanda di vino italiano negli Stati Uniti potrebbe raggiungere circa 470 milioni di euro. Inoltre, gli effetti indiretti sull’export globale potrebbero far lievitare il totale a quasi un miliardo di euro. La Uiv esprime forte preoccupazione, avvertendo che l’errata convinzione che i vini italiani, considerati di lusso, non subiranno un calo nella domanda americana è fuorviante.

Le conseguenze per l’export vitivinicolo

L’analisi dell’Uiv rivela un dato preoccupante: circa l’80% del vino italiano esportato negli Stati Uniti è a rischio. Questo segmento rappresenta la spina dorsale delle esportazioni italiane verso il mercato statunitense, con un volume di 2,9 milioni di ettolitri su un totale di 3,6 milioni. Si tratta di quasi 350 milioni di bottiglie, per lo più nella fascia di prezzo popolare, con un costo franco cantina di 4,18 euro per litro. Al dettaglio, il prezzo medio, considerando trasporto, dazi e ricarichi, non supera i 13 dollari a bottiglia. I vini di lusso, che costituiscono solo il 2% del volume totale delle esportazioni ma l’8% del valore, potrebbero essere meno vulnerabili a un calo della domanda.

Il valore del mercato statunitense

Lamberto Frescobaldi, presidente della Uiv, ha messo in evidenza l’importanza del mercato statunitense, che vale circa 2 miliardi di euro per il vino italiano, rappresentando il 24% del totale delle esportazioni mondiali. I vini italiani sono apprezzati non solo per la loro qualità, ma anche per il forte legame con l’identità nazionale, elementi che hanno contribuito al successo del made in Italy nel settore vitivinicolo.

Dati rilevanti dall’Osservatorio Uiv

Dall’Osservatorio Uiv emergono dati significativi: il prezzo medio di esportazione del vino italiano negli Stati Uniti è di 5,35 euro per litro. Solo il 30% delle bottiglie della fascia popolare è allineato a questo prezzo (5,26 euro), mentre oltre la metà si colloca ben al di sotto della soglia di 3,53 euro. L’introduzione di tariffe aggiuntive del 25%, se non gestite in modo equo tra le controparti, potrebbe spingere questi vini nella fascia premium. Questo scenario avrebbe un impatto negativo sulla maggior parte delle produzioni italiane, dai Pinot Grigio ai Prosecco, dai Chianti ai Lambrusco, fino ai Moscato d’Asti e ai vini delle diverse regioni italiane. Il segmento premium, attualmente rappresentante il 17% del volume totale delle esportazioni, con un prezzo medio franco cantina di 8,80 euro per litro e un prezzo al dettaglio che varia da 13 a 30 dollari a bottiglia, non sarebbe in grado di assorbire un afflusso massiccio di referenze provenienti dal segmento popolare.

In questo contesto delicato, il futuro del vino italiano negli Stati Uniti appare incerto, e il settore vitivinicolo si prepara a fronteggiare sfide senza precedenti.

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