Dazi: l’impatto sul made in Italy è contenuto, ma preoccupazioni per i vini italiani a Parma

Antonio Cellie avverte delle conseguenze dei dazi americani sul mercato alimentare italiano, evidenziando l’impatto sui prezzi e l’importanza di diversificare le strategie di vendita.
"Impatto dei dazi sul made in Italy: preoccupazioni per i vini italiani a Parma" "Impatto dei dazi sul made in Italy: preoccupazioni per i vini italiani a Parma"
Dazi e made in Italy: analisi dell'impatto contenuto, ma preoccupazioni crescenti per i vini italiani a Parma nel 2025

Antonio Cellie, amministratore delegato di Fiere di Parma, ha lanciato un’allerta riguardo alle conseguenze delle recenti dichiarazioni del presidente americano Donald Trump sui dazi. Durante il Green Economy Festival in corso a Parma, Cellie ha evidenziato come le aspettative per il prodotto alimentare italiano, noto per il suo elevato value for money, siano significativamente inferiori rispetto a quelle dei fornitori di alimenti più comuni.

Impatto dei dazi sul mercato alimentare

Cellie ha presentato un’analisi approfondita della situazione, chiarendo che un incremento del 20% sul prezzo di un formaggio di base olandese potrebbe raddoppiare il costo per i consumatori con un budget limitato. Questa eventualità costringerebbe molti a scegliere prodotti locali o addirittura a rinunciare a tali acquisti. Per esempio, il parmigiano, attualmente venduto a 50 dollari al chilo, potrebbe vedere un aumento marginale a 55 o 60 dollari. Tuttavia, tale incremento sarebbe trascurabile, a meno che non vengano imposti dazi significativi sui prodotti alimentari di base.

Preoccupazioni per l’export di vini italiani

Le preoccupazioni di Cellie, espresse il 10 maggio 2025, si focalizzano in particolare sull’export di vini italiani, che potrebbe subire le conseguenze più gravi delle nuove politiche commerciali. “Temo che i vini saranno colpiti più duramente”, ha affermato, mostrando solidarietà verso i colleghi del settore vitivinicolo. Il manager di Fiere di Parma ha avvertito che i dazi potrebbero generare difficoltà, ma al contempo rappresentano anche un’opportunità per esplorare nuovi mercati. “Ci siamo un po’ adagiati sugli Stati Uniti, dove il made in Italy è molto apprezzato; è fondamentale imparare a vendere anche in altre aree geografiche”, ha concluso Cellie, sottolineando l’importanza di diversificare le strategie di vendita.

In un contesto di crescente incertezza commerciale, l’industria alimentare italiana si trova a un bivio. Le parole di Cellie risuonano come un invito a rimanere vigili e proattivi, per affrontare le sfide e cogliere le opportunità che si presenteranno nel panorama globale.

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