L’arrivo della variante Pirola in Italia insieme al vaccino anti-Covid aggiornato è un evento che sembra quasi un scherzo del destino. Questa variante si differenzia dalle altre varianti Omicron poiché presenta oltre 35 mutazioni nella sua spike e sembra essere in grado di infettare anche coloro che sono guariti o vaccinati. Ma cosa preoccupa davvero la comunità scientifica è la sua contagiosità e trasmissibilità. L’infettivologo Marco Falcone, segretario della Società italiana malattie infettive e tropicali, evidenzia l’interesse per capire se Pirola provocherà una mini ondata di casi come la variante Eris. Nonostante ciò, Falcone afferma che al momento non ci sono ragioni per credere che questa variante possa causare una forma più grave della malattia.
Quindi, cosa dobbiamo fare? Secondo l’infettivologo, è fondamentale continuare la sorveglianza molecolare per capire se Pirola rimarrà confinata ad una percentuale del 5-10% della popolazione infettata o diventerà predominante. Tuttavia, al momento non sembrano esserci differenze cliniche significative rispetto alle altre varianti. Falcone sottolinea che i soggetti vulnerabili, come gli anziani, i malati oncologi ed ematologici, dovrebbero ricevere il vaccino XBB aggiornato. Questo vaccino rappresenta una stimolazione e un potenziamento degli anticorpi che sono necessari per affrontare l’autunno. Anche se potrebbero infettarsi, questi individui non svilupperanno una forma grave della malattia poiché i vaccini sono ancora efficaci contro le nuove varianti, come è stato dimostrato negli anni passati.
In conclusione, nonostante l’arrivo della variante Pirola, è importante mantenere la sorveglianza e continuare a vaccinarsi per proteggere le persone più vulnerabili. Ciò che conta è che i vaccini rimangano un’arma efficace contro le nuove varianti e che abbiamo già sperimentato la loro efficacia nel corso degli anni.