“Cosplay: il successo dei giovani italiani e l’analisi psicoanalitica”

In Italia, molti ragazzi e ragazze si dedicano al cosplay, una forma di espressione artistica in cui si travestono da personaggi di film, cartoni animati, fumetti o videogiochi. Questa passione coinvolge così tanto i giovani che a volte preoccupa i genitori, ma secondo la psicoanalista Adelia Lucattini, non c’è motivo di preoccuparsi. Il cosplay aiuta i giovani a superare la timidezza, a costruire nuove amicizie e a sviluppare una maggiore consapevolezza di sé stessi.

Indossare un costume permette ai giovani di trovare fiducia interiore e di superare la timidezza. Partecipando a eventi di cosplay, i giovani possono mettere alla prova la propria creatività nel realizzare i costumi, ampliare la loro rete sociale e stringere nuove relazioni. Condividere la stessa passione li fa sentire parte di un gruppo vivace, alleviando la tristezza e la solitudine e regalando momenti di felicità intensa.

Il cosplay ha radici antiche e offre benefici psicologici a chi lo pratica. Tuttavia, in alcuni casi, può diventare un’ossessione che impedisce di uscire dal personaggio, specialmente per gli adolescenti o giovani più fragili. Il cosplay permette loro di affrontare aspetti negativi o tristi della propria vita e condividerli con gli amici che hanno la stessa passione. Favorisce un senso di appartenenza a un gruppo e a qualcosa di più grande, durevole e stabile. È uno spazio in cui rendere presenti i ricordi, realizzare i propri sogni, scoprire le proprie attitudini e rivitalizzare i desideri.

Quando scelgono un personaggio da interpretare, i cosplayer spesso scelgono qualcuno che ha affinità con la propria personalità e con i propri valori. Questo è particolarmente vero per gli adolescenti, che stanno ancora costruendo la propria identità. Il cosplay permette loro di esplorare e confrontare diverse sfaccettature della propria identità, aiutandoli a conoscersi meglio.

La maggioranza dei cosplayer italiani sono ragazze, con un’età media di 24 anni e 8 mesi. Sono presenti in tutto il Paese, ma si concentrano soprattutto al nord. Partecipano a una media di 5 eventi all’anno e spendono in media 113 euro per realizzare i loro costumi, anche se in alcuni casi la spesa può arrivare anche a oltre 600 euro per un singolo abito.

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