Le autorità giudiziarie stanno indagando sul comune di Caivano, in provincia di Napoli, dopo le scoperte di condotte “scriteriate” e una gestione “disinvolta” dei fondi pubblici. Sette persone, tra cui un ex-sindaco e sei assessori, sono state colpite da sanzioni che includono multe fino a 250mila euro e l’incapacità di ricoprire incarichi pubblici per 10 anni.
Le notifiche dei pubblici ministeri Licia Centro e Davide Vitale riguardano il periodo compreso tra il 2006 e il 2015 e le responsabilità per il dissesto finanziario del comune, dichiarato nel 2016 dal Consiglio comunale. Secondo la magistratura contabile campana, a Caivano è stato creato un ambiente favorevole alla criminalità organizzata.
Le condotte degli amministratori pubblici sono state definite “gravemente colpose” dagli inquirenti. L’indagine ha rivelato che i bilanci approvati dalla compagine amministrativa sotto accusa contenevano residui attivi inesistenti, che creavano una falsa capacità di spesa. Inoltre, c’erano debiti fuori bilancio derivanti da una gestione degli appalti illegale, come confermato anche dall’ANAC in un’indagine amministrativa parallela. Non sono stati presi provvedimenti per risolvere le gravi criticità contabili, tra cui una bassissima capacità di riscossione delle entrate, molto inferiore alla media nazionale.
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