Convegno a Pollenzo: nutrizione e sclerosi laterale amiotrofica per migliorare la qualità di vita

Il convegno “SLA: metabolismo e nutrizione” a Pollenzo esplora l’importanza della nutrizione personalizzata nella gestione della sclerosi laterale amiotrofica, affrontando sfide come la disfagia e promuovendo un approccio multidisciplinare.
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Il convegno “SLA: metabolismo e nutrizione. Nuove frontiere nella presa in carico” si sta svolgendo all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Cuneo, e mira a riconoscere l’importanza di un approccio nutrizionale mirato per le persone affette da sclerosi laterale amiotrofica . Questo evento, che continua fino a domani, è organizzato grazie alla collaborazione dei Centri Clinici Nemo, Aisla – Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica e SLAfood, sotto l’egida di Slow Food. I partecipanti, tra cui operatori del settore, studenti e caregiver, ricevono formazione approfondita per affrontare le sfide quotidiane legate alla malattia, mettendo a frutto le competenze multidisciplinari.

Importanza della nutrizione nella gestione della SLA

La nutrizione riveste un ruolo cruciale nel percorso terapeutico delle persone affette da SLA, come confermato da una nota degli organizzatori del convegno. I Centri Clinici Nemo si riconfermano punti di riferimento nella gestione della malattia, promuovendo un modello di cura che integra diverse professionalità. Più di venti esperti, tra cui clinici, ricercatori e nutrizionisti, stanno discutendo su come l’interazione tra metabolismo e nutrizione possa contribuire a una migliore qualità di vita dei pazienti. Federica Cerri, neurologa e coordinatore scientifico dell’evento, ha sottolineato la necessità di sviluppare piani nutrizionali personalizzati che rispondano alle specifiche esigenze di ogni individuo. Questo approccio si concentra in particolare sulla gestione della disfagia, un sintomo comune ma spesso sottovalutato, che può compromettere gravemente sia la nutrizione che l’idratazione.

Disfagia: una difficoltà da affrontare

La disfagia emerge come uno dei temi centrali del convegno, in quanto rappresenta una sfida significativa nella nutrizione dei pazienti SLA. Giorgio Calabrese, esperto nutrizionista, ha evidenziato come la disfagia impedisca non solo l’assunzione di cibo ma anche l’idratazione adeguata. Per affrontare questa problematica, il lavoro multidisciplinare è essenziale per sviluppare ricette che rispettino le varie consistenze alimentari, assicurando che vengano bilanciati i nutrienti necessari per il fabbisogno specifico del paziente. Questo approccio non solo mira a garantire il nutrimento, ma tiene conto anche dell’importanza psicologica e sociale del cibo. È fondamentale, quindi, che i professionisti del settore alimentare collaborino attivamente con i medici e i terapeuti, creando un ambiente in cui la nutrizione possa diventare parte integrante della cura.

Collaborazione tra professionisti: un necessario cambio di paradigma

Il convegno arriva in un momento cruciale per la discussione sulla nutrizione clinica, come sottolineato dall’assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Federico Riboldi. Secondo Riboldi, è fondamentale modificare il paradigma attuale e promuovere un sistema assistenziale continuo che favorisca il dialogo e la condivisione tra diverse professionalità. Questa sinergia è determinante per ampliare l’accesso ai servizi e offrire supporto personalizzato alle persone affette da SLA e da altre patologie neurologiche, come Alzheimer e Parkinson. È evidente che le parole chiave di questo nuovo approccio siano continuità, responsabilità e inclusione. Questi concetti sono stati ribaditi dai vari relatori del convegno, che hanno messo in luce come il lavoro di squadra possa portare a risultati migliori nel trattamento della malattia.

Nutrizione e cultura del cibo: un legame indissolubile

L’evento di Pollenzo non è solo un incontro scientifico, ma anche una celebrazione della cultura del cibo e del suo ruolo nella vita quotidiana delle persone. Lo chef Roberto Carcangiu, presidente della APCI Chef e di SLAfood, ha enfatizzato come la cucina possa essere un atto d’amore, arricchendo la vita delle persone attraverso la condivisione dei pasti. Con lui sono presenti alcuni chef noti, che hanno collaborato per mostrare come la gastronomia possa essere adattata ai bisogni specifici delle persone affette da SLA. Questo contributo dalla ristorazione è vitale, poiché crea un legame tra il cibo e le persone, rendendo possibile l’esperienza di un pasto che non è solo nutriente, ma anche fonte di gioia e benessere.

Formazione e futuro: verso nuove pratiche nutrizionali

Le giornate di Pollenzo rappresentano anche un’opportunità di formazione per le future generazioni di professionisti nel campo delle scienze gastronomiche. Come affermato da Maria Giovanna Onorati, delegata del rettore dell’ateneo, il nesso tra alimentazione e salute è centrale nel percorso di studi. Gli studenti sono invitati a riflettere su come l’alimentazione possa fungere da strumento di integrazione sociale e culturale, imparando a soddisfare i bisogni nutrizionali di persone con condizioni diverse. Questi incontri offrono una piattaforma per condividere conoscenze e sviluppare pratiche innovative, che potranno migliorare la vita delle persone affette da SLA.

Il convegno di Pollenzo si pone quindi come una tappa significativa nella riapertura del dibattito sulla sclerosi laterale amiotrofica e sul ruolo cruciale della nutrizione nel trattamento di questa patologia. Con l’impegno di professionisti ed esperti, si auspicano futuri sviluppi che possano portare a una gestione più integrata e umana della malattia, capace di salvaguardare non solo la salute fisica, ma anche il benessere emotivo delle persone coinvolte.