Il consulente tecnico nominato dalla Procura di Bologna ha concluso, come i periti dei giudici, che Giovanni Padovani, l’uomo accusato dell’omicidio della sua ex compagna Alessandra Matteuzzi, è pienamente capace di intendere e volere. La relazione del consulente Alessio Picello, depositata in vista dell’udienza del 20 novembre, sottolinea che non è clinicamente plausibile che l’imputato fosse vittima di allucinazioni al momento del delitto. Inoltre, Padovani sembra essere consapevole della natura illegale delle sue azioni, cercando online Stati che non riconoscono le leggi italiane e prospettando la scriminante dell’infermità in alcune chat.
La perizia psichiatrica ha anche rilevato una tendenza di Padovani a simulare sintomi psichici. Tuttavia, i consulenti della difesa non sono d’accordo con questa conclusione. Secondo gli avvocati Gabriele Bordoni, Alessandro Meluzzi, Cinzia Gimelli e Irina Chipcia, le conclusioni dei periti sembrano confermare un’ipotesi già formulata inizialmente. A loro avviso, emergerebbe invece un quadro clinico con psicosi, allucinazioni visive e uditive, e parlare di simulazione sarebbe ingiustificato e dannoso per le condizioni cliniche.
I consulenti degli avvocati Chiara Rinaldi e Antonio Petroncini, difensori dei familiari della vittima, concordano con le conclusioni dei periti sulla capacità di intendere e volere di Padovani. Sergio Isacco e Marco Samory, in particolare, segnalano la capacità di Padovani di controllare il suo comportamento e di pianificare, oltre al fatto che i sintomi psichici sono iniziati almeno cinque mesi dopo l’omicidio.
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