Devi andare almeno una volta al parco dei mostri di Viterbo, ecco le ragioni per recarti se non ci sei mai stato.
Il Parco dei Mostri, noto anche come Sacro Bosco di Bomarzo, è un luogo straordinario e suggestivo situato nel comune di Bomarzo, in provincia di Viterbo, nel Lazio. Si tratta di un parco monumentale unico nel suo genere, ricco di sculture e opere artistiche immerse in una natura rigogliosa e misteriosa.
Tra i boschi e le colline laziali a nord di Roma, nel cuore dell’Etruria, si cela un’opera unica ed enigmatica, progettata dal principe Vicino Orsini e dal grande architetto Pirro Ligorio nel 1552, che ha fatto da sfondo alla cover di Ottobre di Vogue.
Il bosco si estende su 3 ettari intorno al castello della famiglia Orsini, su disegno di Pier Francesco Orsini, filosofo e alchimista. Simone Moschino si occupò della realizzazione delle sculture della Villa delle Meraviglie, realizzate lavorando blocchi di peperino, la roccia magmatica tipica della Tuscia
Si alternano figure mitologiche, mostri, allegorie e divinità ancestrali in un unicum sicuramente stravagante e grottesco che dà vita a un labirinto ermeneutico di silenzi, allusioni e illusioni.
Il percorso è strutturato in modo che le opere sono costantemente cariche di simbolismi, con costanti riferimenti al mondo fantastico e alla mitologia. Negli anni tanti studiosi hanno cercato di individuare una chiave di lettura del Bosco Sacro, senza riuscire a decifrarne gli enigmi.
Tanti gli elementi che rimandano a poemi rinascimentali quali il Canzoniere del Petrarca e l’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto. Il simbolo del parco è il mascherone antropomorfo con la bocca spalancata, sormontato da un globo. Il significato profondo vada ricercato nella fragilità dell’essere umano e nel concetto di effimero.
All’ingresso ci sono 2 grandi sfingi greche, poste accanto allo stemma degli Orsini. Più avanti il labirintico percorso su quattro livelli che lascia alle spalle un teatro ed un ninfeo. Poi la Casa Pendente è un piccolo gioiello di architettura rinascimentale che simboleggia la sensazione di vertigine.
Il parco dei mostri, dopo la morte dell’ultimo Principe della dinastia degli Orsini, passa nelle mani di vari proprietari, tra cui i Borghese, i Della Rovere e i Poniatowski, prima di essere abbandonato all’incuria e solo dopo secoli di abbandono cominciò ad essere apprezzato da intellettuali ed artisti. Nel 1900 i coniugi Giancarlo Bettini e Tina Severi Bettini decidono di restaurarlo e di aprirlo al pubblico.