Il tavolo tecnico istituito presso la Presidenza del Consiglio per definire i criteri sulla concessione delle aree demaniali delle coste ha concluso il suo lavoro. Secondo le fonti del tavolo, il 33% delle aree demaniali delle coste è in concessione. Questo dato sarà utilizzato per avviare l’interlocuzione con la Commissione europea riguardo all’applicazione della direttiva Bolkestein alle concessioni balneari. Le associazioni dei balneari chiedono che il tavolo continui anche per mappare le coste di laghi e fiumi.
Il tavolo è stato confermato come strumento per mappare tutte le concessioni balneari. I lavori sono partiti acquisendo i dati relativi alle concessioni in atto e alla quantità di spiagge già occupate e ancora disponibili. Successivamente sono stati definiti i criteri tecnici per determinare la sussistenza della scarsità della risorsa naturale disponibile, considerando sia il dato nazionale che quello regionale e la rilevanza economica transfrontaliera.
La Corte di giustizia dell’Unione europea ha chiarito che le concessioni di occupazione delle spiagge italiane non possono essere rinnovate automaticamente ma devono essere oggetto di una procedura di selezione imparziale e trasparente.
Il presidente del Sindacato italiano balneari, Antonio Capacchione, ha sottolineato che la relazione conclusiva del tavolo conferma la non scarsità della risorsa e quindi la disponibilità del demanio marittimo per nuove attività economiche. Capacchione ritiene che venga meno il presupposto per mettere a gara le concessioni demaniali marittime attualmente vigenti e ha auspicato che i dati siano riportati alla Commissione europea per archiviare la procedura di infrazione.
Inoltre, ha suggerito la necessità di un intervento normativo che impedisca l’avvio delle procedure di pubblica evidenza per le concessioni demaniali vigenti, poiché potrebbero portare a contenziosi, alla luce dei risultati del tavolo interministeriale. Ha infine sottolineato che la sentenza del Consiglio di Stato non è definitiva, in quanto è ancora pendente un ricorso alla Corte di Cassazione a Sezioni Unite.