Come risparmiare sulla spesa familiare: il caro vita limita i consumi

Il caro vita sta influenzando i consumi delle famiglie italiane. Secondo le previsioni del Centro Europa Ricerche per Confesercenti, nel secondo semestre dell’anno la spesa delle famiglie diminuirà di -3,7 miliardi rispetto ai primi sei mesi. Questo, insieme all’erosione del potere d’acquisto e dei risparmi, porterà ad una crescita complessiva della spesa delle famiglie nel 2023 pari all’0,8%, rispetto al +4,6% dello scorso anno.

Ci sono diversi fattori che stanno influenzando le scelte di consumo. Prima di tutto, l’alta inflazione degli ultimi mesi ha ridotto la capacità di spesa degli italiani. Nonostante il rientro dell’inflazione sia in corso, è meno veloce del previsto, con un aumento dei prezzi ancora sopra la soglia del 5% (+5,4% ad agosto). Inoltre, le famiglie hanno utilizzato i loro risparmi per mantenere i livelli di consumo precedenti durante l’aumento dei prezzi, ma questo margine di manovra si è notevolmente ridotto dopo due anni di aumento dei prezzi.

L’aumento dei tassi di interesse da parte della Bce sta anche frenando i consumi. Nonostante sia stata presa per contrastare l’inflazione, questa decisione sta influenzando negativamente la capacità di spesa delle famiglie, soprattutto di quelle con un mutuo a tasso variabile, e sta impattando sulla crescita economica complessiva. Inoltre, l’economia sta peggiorando rapidamente, con un forte indebolimento degli impulsi provenienti dalle esportazioni e dagli investimenti.

Confesercenti afferma che la crescita del Prodotto interno lordo dipenderà principalmente dalla dinamica dei consumi, anche se rallenta. La quota dei consumi sul PIL dovrebbe scendere al 59,3% rispetto al 59,8% dello scorso anno, ma al netto dell’inflazione contribuirà solo al 58,4%, il valore più basso dal 2000.

In generale, queste tendenze porteranno ad una crescita del PIL nel secondo semestre dello 0,1%, rispetto all’1,2% del primo semestre. La crescita annua del 2023 si fermerà all’0,7%, rispetto all’obiettivo dell’1% fissato nel Def. Tuttavia, Confesercenti afferma che è possibile invertire questa tendenza, ma è necessario agire tempestivamente.

Gli analisti di Confesercenti sostengono che per raggiungere gli obiettivi di crescita, è necessario un aumento dei consumi di 4 miliardi nel secondo semestre, che contribuirebbe all’0,9% della crescita del PIL. Considerando che la propensione al consumo è del 93%, questo aumento potrebbe essere ottenuto detassando per 4,3 miliardi le tredicesime. Anche se ci sarebbe un minor introito per il bilancio pubblico, l’aumento della crescita e della spesa per consumi derivanti dalla detassazione delle tredicesime porterebbe ad un aumento di gettito di 1,3 miliardi, riducendo il costo del provvedimento a 3 miliardi di euro.

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