La trama di “Non riattaccare” di Manfredi Lucibello: una telefonata che cambia tutto
Il film “Non riattaccare” di Manfredi Lucibello, presentato alla 41/a edizione del Torino Film Festival, si distingue per la sua trama semplice e minimalista. La storia si svolge durante una delle tante notti silenziose e anonime della quarantena, quando una telefonata sconvolge la vita dei due protagonisti.
La telefonata arriva di notte a Irene (interpretata da Barbara Ronchi), che riconosce immediatamente il numero di Pietro (Claudio Santamaria), il suo ex compagno con cui ha ancora dei contenziosi aperti. Nonostante la sua iniziale riluttanza, Irene decide di rispondere e si rende conto che Pietro, che non l’ha mai dimenticata, potrebbe essere sull’orlo del suicidio. Sentendo di non avere scelta, Irene prende l’auto del suo attuale compagno, che dorme accanto a lei, e si mette in viaggio per raggiungere Pietro prima che sia troppo tardi. Durante il tragitto, la notte riserverà a Irene una serie di imprevisti.
Il film, distribuito da I Wonder Pictures e prodotto da Mompracem in collaborazione con Rai Cinema e Rosebud Entertainment Pictures, è stato realizzato grazie al lavoro di Carlo Macchitella, Manetti Bros. e Pier Giorgio Bellocchio.
Barbara Ronchi, che interpreta il personaggio di Irene, ha dichiarato di non essersi mai sentita sola durante le riprese del film, nonostante il fatto di essere sempre stata in scena, tranne nell’ultima parte. L’attrice ha sottolineato che la troupe presente sul set è stata come un pubblico per lei. Inoltre, prima di iniziare le riprese, Ronchi si è preparata per questo lungo monologo chiudendosi in un teatro per allenarsi.
In conclusione, “Non riattaccare” è un film che affronta tematiche intense e profonde attraverso una trama semplice ma coinvolgente. La telefonata notturna che sconvolge la vita dei protagonisti mette in moto una serie di eventi che porteranno lo spettatore a riflettere sulle scelte, i legami e la forza dell’amore.
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