Martedì 14 novembre è andata in onda su Rai 1 la prima puntata di “Circeo”, la miniserie televisiva dedicata al Massacro del Circeo avvenuto nel settembre del 1975. La storia si concentra sulle vicende di Rosaria Lopez, uccisa all’età di 19 anni, e Donatella Colasanti, 17 anni e unica sopravvissuta alle torture inflitte da Angelo Izzo, Andrea Ghira e Gianni Guidi. Grazie alla battaglia di Donatella, la legge sullo stupro è stata modificata, passando dal considerare il reato un’offesa alla morale a un reato contro la persona.
Nonostante il successo ottenuto dalla prima puntata, Letizia, la sorella di Rosaria, ha espresso forti critiche nei confronti della Rai e della serie stessa in un’intervista a FqMagazine. Letizia ha dichiarato di non essere stata coinvolta nella produzione della serie e di non essere stata informata sulla messa in onda: “Stanno raccontando la nostra vita senza averci consultato. Non si può basare tutto solo sugli atti del tribunale. C’è della fantasia, ma non ci hanno nemmeno incontrati. Non contiamo nulla, non siamo stati informati se non dopo che tutto era stato fatto. Perché viene trasmessa solo ora? Solo perché c’è la Giornata contro la violenza sulle donne?”.
Rispondendo all’obiettivo della serie di evidenziare il ruolo di Donatella nel cambiamento della legge sullo stupro, Letizia ha sottolineato che le cose non sono andate esattamente così: “Anche Donatella è stata abbandonata dalle istituzioni. Non mi sento sconfitta, è lo Stato che ha perso. Sono solo amareggiata e ho capito come funzionano le istituzioni. Tutto l’attivismo intorno a questo tema è inutile, a nessuno importa veramente. Se lo Stato è violento di per sé, una serie televisiva non basta a risolvere i problemi”.
Nonostante le critiche di Letizia, la serie ha ricevuto un’accoglienza positiva sui social media, con molti utenti che hanno apprezzato la narrazione delle storie di Donatella e Rosaria. Tuttavia, alcuni hanno notato che la serie sembra concentrarsi più sulle conseguenze del massacro che sulla storia specifica delle due ragazze. Inoltre, si è sollevata la questione della strumentalizzazione delle vittime da parte di alcune associazioni femministe, che sembrano utilizzare la storia di Donatella e Rosaria per promuovere un’agenda personale.