Cervo mascotte ucciso da cacciatore nel Bellunese

epa10911171 A stag roars during rutting season for red deer at Richmond Park in London, Britain, 10 October 2023. Rutting or mating season runs from September to November. A stag can hold up to 40 female deer in a harem. A stag will have an increase of testosterone and use roars as a way to deter rivals. EPA/NEIL HALL

Nel borgo dolomitico di Pecol, nel comune di San Tomaso Agordino (Belluno), si diffonde indignazione e tristezza per la morte violenta di “Bambotto”, un esemplare di cervo di sette anni che era diventato la mascotte del paese. La notizia è stata riportata dai giornali locali.

La notorietà televisiva di “Bambotto”

“Bambotto” era diventato famoso anche grazie alla trasmissione televisiva “Linea Bianca” della Rai. Il cervo era noto per affacciarsi alle finestre delle case per farsi accarezzare e nutrirsi.

L’indignazione dell’opinione pubblica

L’opinione pubblica, rappresentata anche dalla pagina Facebook animalista ‘Claretta’, condanna senza riserve il gesto compiuto dal cacciatore anonimo locale. Nonostante l’autore del gesto non abbia mostrato il suo volto, si dice che nel paese tutti sappiano chi sia.

La storia di “Bambotto”

“Bambotto” era nato sette anni fa a Pecol e era stato portato dalla sua mamma sullo zerbino di una casa. Da quel momento, era diventato il cervo di Pecol e si poteva incontrare per le strade delle frazioni limitrofe.

Le motivazioni dei cacciatori

Alcuni cacciatori avrebbero dichiarato di aver ucciso “Bambotto” dopo aver ricevuto segnalazioni di presunte aggressioni da parte del cervo negli ultimi tempi.

Un gesto spregevole che ha scosso la comunità

La morte di “Bambotto” ha scosso profondamente la comunità di Pecol, che ha perso la sua amata mascotte. L’indignazione e la tristezza si diffondono tra i residenti, che non possono fare a meno di ricordare il legame speciale che avevano con il cervo.

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