Il leader del M5S critica il ministro della Difesa per le sue accuse alla magistratura
Durante il Forum Adnkronos, il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha commentato le recenti dichiarazioni del ministro della Difesa, Giovanni Crosetto, riguardo alla presunta cospirazione eversiva all’interno della magistratura. Conte ha espresso sorpresa per le accuse gravi mosse da un ministro considerato moderato e ragionevole. Ha sottolineato l’importanza di presentare le informazioni precise alla Procura e al Parlamento, se si dispone di prove concrete.
Conte ha poi evidenziato che, nonostante le precisazioni del ministro Crosetto, resta un senso di déjà vu per quanto riguarda gli attacchi alla magistratura. Ha ricordato il caso delle “fonti Chigi” che, a fine luglio, avevano accusato la magistratura di condurre una campagna elettorale per le elezioni europee. Questo atteggiamento, secondo Conte, dimostra una mentalità politica che favorisce l’immunità e i privilegi dei potenti, anziché garantire l’applicazione della legge in modo equo per tutti.
Il governo attacca le istituzioni di controllo e vigilanza
Conte ha poi elencato una serie di episodi in cui il governo ha attaccato le istituzioni di controllo e vigilanza. Ha citato il caso di Fazzolari, la Legge di bilancio del dicembre 2022, Bankitalia, l’Atac nel marzo 2023, la Corte dei Conti nel maggio 2023, l’Inps e l’Inail che sono stati commissariati, l’ufficio di bilancio attaccato per un report sull’autonomia differenziata e infine la magistratura nel luglio 2022 e recentemente con le accuse gravi mosse dal ministro Crosetto. Secondo Conte, questo atteggiamento del governo rischia di minare la democrazia e di creare un accentramento dei poteri senza contrappesi o controlli.
Il progetto di riforma costituzionale e l’esautorazione del Parlamento
Infine, Conte ha sollevato preoccupazioni riguardo al progetto di riforma costituzionale in discussione. Ha affermato che questo progetto rappresenta il completamento del progetto eversivo del governo, in quanto esautorerebbe il Parlamento e i poteri del Capo dello Stato. Secondo Conte, ciò porterebbe a un premier che avrebbe il 55% del Parlamento e che, alla scadenza, eleggerebbe il Presidente della Repubblica con una maggioranza semplice al quarto scrutinio. Questo accentramento dei poteri senza contrappesi rappresenta un pericolo per le istituzioni di garanzia e per la democrazia stessa, ha concluso Conte.
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