Casarin: le parole di Mourinho vanno stroncate per il loro impatto sul calcio moderno

Marcenaro: il futuro dell’arbitraggio italiano

L’opinione di Paolo Casarin, ex arbitro di fama internazionale e attuale opinionista di ‘Radio Anch’io Sport’ su Radio Rai 1, è chiara: “Marcenaro è il futuro dell’arbitraggio italiano, è un arbitro estremamente pacato, non emotivo. Evidentemente Mourinho non lo conosce”. Casarin elogia la prestazione di Marcenaro nella recente partita della Roma, sottolineando che l’arbitro ha gestito bene la partita senza strafare. La vittoria della Roma è stata ottenuta con un rigore e un’espulsione indiscutibili, ma secondo Casarin, situazioni del genere si verificano spesso nelle partite di calcio.

Critiche a Mourinho e alle dichiarazioni pre-partita

Quando Casarin viene interrogato sulle dichiarazioni di José Mourinho prima della partita contro il Sassuolo, le sue parole diventano un fiume in piena. Casarin esprime la sua preoccupazione per il fatto che un grande allenatore come Mourinho possa criticare pubblicamente l’arbitro e tirare fuori questioni di scarso contenuto. Secondo Casarin, questa libertà di criticare prima della partita non dovrebbe essere permessa e dovrebbe essere stroncata. Inoltre, Casarin critica il comportamento delle panchine delle squadre di calcio, definendole un “teatrino di provincia”. Sottolinea che la Roma ha avuto diverse espulsioni durante la stagione e si chiede perché ci siano così tante persone nelle panchine, quando potrebbero essere ridotte.

La necessità di comunicazione tra arbitri e allenatori

Casarin, con i suoi 65 anni di esperienza arbitrale, esprime il suo dispiacere per la situazione attuale. Sottolinea che gli arbitri vogliono comunicare con gli allenatori e i capitani attraverso riunioni a Coverciano o altrove. Tuttavia, critica l’attacco frontale di alcuni allenatori nei confronti degli arbitri. Casarin si chiede se questi allenatori partecipino alle riunioni e ascoltino le nuove regole, come ad esempio la riduzione dei falli. Secondo Casarin, un grande allenatore non si comporterebbe in questo modo e non racconterebbe bugie come quella della lingua utilizzata durante le interviste. Infine, Casarin ricorda un episodio del Mondiale del 1990 in cui tutti dovevano rimanere seduti, tranne Beckenbauer che ottenne un permesso speciale per stare in piedi a causa di problemi alla schiena.

Articolo originale: ANSA