Inaugurata a Grottaferrata la prima casa per le donne vittime di violenza
Grottaferrata, una piccola città nella provincia di Roma, ha inaugurato oggi la prima casa per le donne vittime di violenza, intitolata a Giulia Cecchettin, una giovane di ventidue anni brutalmente uccisa dal suo ex fidanzato lo scorso novembre. Questa iniziativa fa parte della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, che coinvolge tutti e che ha portato la comunità di Grottaferrata a dire “basta”.
All’inaugurazione della casa di semiautonomia dei Castelli Romani hanno partecipato il sindaco di Grottaferrata, Mirko Di Bernardo, il sindaco della Città metropolitana di Roma, Roberto Gualtieri, e il sindaco di Vigonovo, Luca Martello, il paese in cui viveva Giulia. Durante la cerimonia, il sindaco di Grottaferrata ha consegnato la chiave della casa alla famiglia di Giulia, in presenza dei sindaci e delle autorità locali.
“Stiamo rispondendo concretamente all’appello di Elena Cecchettin, sorella di Giulia”, ha dichiarato il sindaco Di Bernardo. “Oggi restituiamo alla comunità un edificio che era stato sottratto all’illegalità nel 2010. Dopo tredici anni, la nostra amministrazione è orgogliosa di donare al territorio una struttura fondamentale per garantire il sicuro reinserimento nella società delle donne vittime di violenza che escono dai rifugi”.
L’intitolazione della casa a Giulia, con l’aggiunta di una targa commemorativa, è un gesto che vuole attirare l’attenzione su un problema sociale molto grave, ha sottolineato il sindaco. “Per questo motivo, anziché osservare un minuto di silenzio, abbiamo applaudito per un minuto. Vogliamo trasformare l’eco della sofferenza in un motore per un vero cambiamento nella società, che parta dai territori”.
Grazie ai finanziamenti ottenuti attraverso un bando della Città Metropolitana e all’utilizzo di risorse comunali, l’amministrazione Di Bernardo ha ristrutturato e riqualificato l’edificio confiscato, creando così la prima casa di semiautonomia dell’intera area dei Castelli Romani. Questa struttura sarà un punto di riferimento per le donne che escono dai rifugi, offrendo loro supporto e accompagnamento nel processo di reinserimento nella società. Durante l’inaugurazione, erano presenti anche la presidente dell’associazione Ponte Donna, Carla Centioni, che gestirà la struttura, e le autorità religiose e militari locali.
Articolo originale: ANSA
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