Carne stampata e coltivata: processo di creazione e potenziali applicazioni

Carne coltivata e carne stampata: l’innovazione in cucina

La carne coltivata e la carne stampata stanno rivoluzionando il settore alimentare. La prima viene prodotta utilizzando cellule staminali che vengono accresciute in un siero di proteine in vitro, replicando il DNA della cellula di partenza fino a ottenere una “bistecca”. La seconda, invece, viene creata utilizzando stampanti 3D alimentari, che costruiscono una “tagliata” fibra dopo fibra, utilizzando proteine e grassi vegetali, soprattutto legumi. Guido Mori, direttore dell’Università della Cucina Italiana, ha presentato queste innovazioni presso l’Associazione Stampa Estera a Roma.

Sfatare i falsi miti

Recentemente è stata approvata una legge che vieta la produzione e la commercializzazione di alimenti ottenuti da colture cellulari o tessuti derivanti da animali vertebrati, nonché l’uso del termine “carne” per prodotti trasformati contenenti proteine vegetali. Per smentire i falsi miti e i pregiudizi su queste nuove tecnologie culinarie, Mori ha organizzato una degustazione di carne coltivata e stampata preparata da uno chef. È importante sottolineare che definire queste carni “sintetiche” è fuorviante, poiché non si tratta di una sintesi molecolare, ma di un cambiamento strutturale della materia di partenza.

Un’opportunità per l’innovazione culinaria

Secondo Mori, la tecnologia offre nuove possibilità di elaborare le materie prime, creando forme e sapori mai visti prima, ma con valori nutrizionali equilibrati e piacevoli al palato. Questo processo di trasformazione è una costante nella storia dell’umanità, come ad esempio la trasformazione del latte in formaggio avvenuta 2.500 anni fa. L’Università della Cucina Italiana promuove la ricerca accademica indipendente per cogliere le opportunità offerte dall’innovazione nel campo dell’alimentazione, mantenendo al contempo il patrimonio culinario tradizionale.

Un futuro di cibo personalizzato

Secondo Mori, la carne coltivata e stampata non entreranno in competizione con quella proveniente dagli allevamenti. Al contrario, queste nuove pietanze potrebbero aprire nuovi scenari nell’alimentazione personalizzata. Dietologi e produttori lavoreranno sempre più a stretto contatto per creare piatti con valori nutrizionali su misura, in grado di soddisfare le specifiche esigenze dietetiche dei consumatori. La ricerca in questo campo è ancora in corso, ma le tecnologie cruelty-free e a basso impatto ambientale potrebbero contribuire a trovare nuovi prodotti e processi di filiera che garantiscano un’ alimentazione sicura e sana per tutti. Per l’Italia, un paese leader nel settore alimentare, non cogliere queste opportunità sarebbe un’occasione persa.