Carlo Calenda attacca duramente Confindustria, i sindacati e la stampa su Twitter. Secondo il leader di Azione, questi poteri sono ormai deceduti e una democrazia pluralistica può sopravvivere solo se tutti i suoi elementi sono solidi. Calenda critica il presidente di Confindustria, che secondo lui non ha esperienza nell’industria e sta cercando di ottenere un posto di lavoro presso l’Università di Confindustria. Calenda afferma che nessun grande imprenditore si è pronunciato su questa situazione, dimostrando una mentalità corporativa. Riguardo ai sindacati, Calenda accusa Landini di cercare un posto in politica e di essere in silenzio quando la Fiat lascia l’Italia. Calenda afferma anche che i giornali hanno pochi lettori e si radicalizzano per attirare l’attenzione, dividendo la società in “Destra fascista” o “Sinistra amica dei Gay”.