La scena drammatica avvenuta in Bolivia durante i playoff retrocessione ha colpito duramente gli amanti del calcio, riaccendendo il dibattito sulla violenza negli sport. Ignorando l’esito sportivo, il match tra Royal Pari e Real Oruro è degenerato in un episodio di violenza inaccettabile, culminato nell’intervento delle forze dell’ordine. Le immagini di questo scontro rimarranno impresse nella memoria degli appassionati, evidenziando le problematiche che affliggono il calcio locale e ponendo interrogativi sulla gestione della sicurezza durante gli eventi sportivi.
Un finale drammatico: il contestato rigore
Il dramma si è consumato sul campo dello stadio Jesús Bermúdez, dove il Royal Pari, in lotta per non retrocedere, stava affrontando il Real Oruro. La partita, già tesa per la posta in gioco, ha subito una brusca accelerazione all’81’ minuto quando l’arbitro Gabriel Mendoza ha fischiato un rigore a favore degli ospiti. Il punteggio, sul 3-0 per il Royal Pari, avrebbe potuto significare la salvezza per gli avversari, che speravano di ribaltare l’andamento della sfida dopo la sconfitta per 3-1 nel match di andata. Le proteste dei giocatori del Pari, convinti della non fondatezza delle decisioni arbitrali, hanno travolto l’andamento della partita. Il tecnico David de la Torre ha compiuto un gesto plateale, ordinando l’abbandono del campo per celebrare una protesta contro il fischio, trasformando un momento già critico in un episodio di escandalo.
L’intervento della polizia e lo scontro con i giocatori
Con il pubblico in visibilio e l’atmosfera che si faceva sempre più rovente, le forze di polizia erano costrette a intervenire per ristabilire l’ordine. La tensione palpabile si è materializzata in violenti scontri tra i calciatori del Royal Pari e gli agenti in tenuta antisommossa. L’assenza di comunicazione e le emozioni forti hanno portato a una reazione esagerata, con i giocatori che hanno tentato di opporsi all’autorità , inizialmente spinti dalla volontà di difendere il proprio allenatore. Il corpo a corpo ha visto protagonisti manganelli e gas lacrimogeni, mentre diverse persone presenti sugli spalti cercavano di comprendere cosa stesse accadendo. Il contesto sportivo stava rapidamente perdendo la sua identità , trasformandosi in un campo di battaglia.
L’arbitro costretto a ritirarsi sotto scorta
Dopo aver tentato ripetutamente di mettere fine all’inferno che si era scatenato, l’arbitro Mendoza ha dovuto fare una difficile scelta. La situazione di pericolo, unita all’impossibilità di garantire la sicurezza di tutti i partecipanti, ha portato alla definitiva interruzione della gara. Sotto il fuoco incrociato di insulti e tensione, la terna arbitrale ha abbandonato il campo accompagnata da un cordone di poliziotti, i quali seguivano ogni loro movimento per proteggere l’incolumità . Il pubblico, incredulo, si è trovato testimone di uno spettacolo indegno, mentre l’eco dei fischi e delle grida ha sottolineato la serietà del momento.
La possibile retrocessione e le sanzioni sul Royal Pari
La situazione per il Royal Pari si è fatta insostenibile. Con il match ormai compromesso, una retrocessione sembra inevitabile. Le regole della Federazione Boliviana di Calcio prevedono punizioni severe per chi mette a rischio la sicurezza degli eventi sportivi. L’allenatore, David de la Torre, potrebbe affrontare una lunga sospensione, mentre il club rischia l’esclusione dai campionati. Questi eventi hanno messo in luce non solo la fragilità dell’ambiente sportivo, ma anche la necessità di una riflessione profonda sulla gestione della violenza nel calcio boliviano. La ripercussione di questi fatti richiederà un’azione concreta da parte delle autorità e delle organizzazioni calcistiche, per salvaguardare il futuro del gioco e garantire un momento di svago e divertimento per gli appassionati.