Maurizio Landini: un sindacalista come leader del centrosinistra?
Il dibattito sul possibile ruolo di Maurizio Landini come leader del centrosinistra continua a far discutere. Tuttavia, secondo Massimo Cacciari, ex sindaco di Venezia, i sindacalisti non hanno mai dimostrato di essere all’altezza quando si sono cimentati in politica. Secondo Cacciari, il ruolo di sindacalista è molto diverso da quello di politico e il passaggio da una professione all’altra è estremamente difficile. Questo è sempre stato vero, anche per persone di grande levatura come Landini.
Secondo un sondaggio Emg/Adnkronos, il 48% degli elettori del centrosinistra ritiene che Landini potrebbe essere un possibile leader di questa area politica. In particolare, il 42% degli elettori del Partito Democratico e il 30% degli elettori del Movimento 5 Stelle ha risposto positivamente alla domanda su Landini come leader. Inoltre, quando è stata posta la domanda “Tra Landini, Conte e Schlein, chi vorresti come leader della sinistra?”, il 32% ha scelto Landini, il 30% ha scelto Giuseppe Conte e il 20% ha scelto Elly Schlein.
Cacciari sottolinea che Landini dovrebbe concentrarsi sul suo lavoro di contestazione e sulla difesa degli interessi specifici, sia in prospettiva di governo che nel ruolo di sindacalista. Secondo l’ex sindaco di Venezia, il risultato del sondaggio non è una sorpresa. In situazioni di crisi dei partiti di centro-sinistra, molti elettori con una vaga idea di sinistra si sono rivolti ai sindacalisti. Questo è accaduto con Lama durante il compromesso storico, così come con Cofferati. Cacciari osserva che il sindacalista ha una posizione geografica che inevitabilmente attira le simpatie di un elettorato di sinistra.
Per quanto riguarda Giuseppe Conte, Cacciari si dice un po’ sorpreso, ma ritiene che sia sempre stato un rappresentante di una fascia intermedia tra sinistra e Movimento 5 Stelle, che non è stata adeguatamente sfruttata né dai 5 Stelle né dal Partito Democratico per costruire un’intesa di governo o di opposizione. Tuttavia, Cacciari non è favorevole a un cambio di direzione in questo momento e non fa altri nomi oltre a Landini, Conte e Schlein. Secondo lui, la questione non riguarda i nomi, ma piuttosto la necessità di radicamento, di una linea programmatica che al momento non esiste e di ritrovare l’identità del centrosinistra.
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