#BIODIVERSITÀINVOLO: IL PROGETTO DI SENSIBILIZZAZIONE CONTRO IL BRACCONAGGIO

Fondazione UNA e Federparchi insieme al Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise per la campagna di sensibilizzazione contro il bracconaggio

Secondo appuntamento dell’iniziativa: dopo il Parco Nazionale del Gran Paradiso, si parte alla scoperta dell’Orso Marsicano e delle altre specie protette del Parco del centro Italia

Fondazione UNAUomo, Natura, Ambiente – e Federparchi, dopo il primo appuntamento al Parco del Gran Paradiso, proseguono la loro collaborazione per il progetto di sensibilizzazione contro i fenomeni di bracconaggio e di attenzione sulla tutela delle specie protette al Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, uno dei più antichi d’Italia, che nel 2022 compie 100 anni. Il suo territorio, costituito principalmente da un insieme di catene montuose e vaste foreste di faggio, è un luogo unico in cui vivono specie oggetto di particolare attenzione perché, nel tempo, minacciate anche da episodi di bracconaggio.

Giampiero Sammuri, Presidente di Federparchi

Qui le attività di avvistamento e sensibilizzazione si sono focalizzate principalmente sull’Orso Bruno Marsicano, animale simbolo del Parco, salvato dall’estinzione proprio grazie all’azione di tutela del Parco, che sta cercando lentamente di ripopolare le zone limitrofe del Parco, con una popolazione di circa 50/60 esemplari, rappresentando un unicum a livello mondiale. Oltre all’Orso, l’iniziativa si è concentrata sulle altre specie protette, tra cui il Lupo Appenninico, animale storicamente vittima di bracconaggio che fortunatamente non è più a rischio d’estinzione, e il Camoscio d’Abruzzo. Oggi, grazie alle attività a tutela della fauna e del territorio, anche queste specie sono tornate a proliferare e frequentare le aree dell’Appennino centrale e non solo.

“In collaborazione con Fondazione UNA stiamo visitando i Parchi Italiani, investigando quali sono le migliori eccellenze di gestione della fauna che i parchi portano avanti con l’obiettivo di proteggere le specie a rischio. Ovviamente, nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise il protagonista è l’orso marsicano, animale fortemente minacciato che sopravvive con circa 50 esemplari.  ha dichiarato Giampiero Sammuri, Presidente di Federparchi. A lui ha fatto eco Renata Briano, Presidente del Comitato Scientifico di Fondazione UNA: “Il nostro obiettivo e il fulcro del progetto con Federparchi è quello di lavorare insieme ai soggetti che si occupano della conservazione delle specie per la tutela della biodiversità e di lottare contro i fenomeni di bracconaggio. Dopo il Gran Paradiso, siamo venuti in Abruzzo per studiare gli ottimi risultati raggiunti nella tutela dell’Orso Marsicano, del Lupo e del Camoscio”. Luciano Sammarone, Direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ha aggiunto: “la sfida della conservazione dell’orso marsicano passa soprattutto per la possibilità di colonizzare aree esterne al sistema delle aree protette. Per fare questo occorre rendere il territorio a misura d’orso, collaborando con tutti i soggetti che a vario titolo hanno interessi sul territorio, ivi compreso il mondo venatorio, con cui è ineludibile un confronto ed una collaborazione”.

Renata Briano, Presidente del Comitato Scientifico di Fondazione UNA

L’idea di posizionare la caccia come attività sostenibile e responsabile, lontana dal bracconaggio e a favore sia della tutela delle specie protette, sia della gestione condivisa del territorio, è uno dei valori fondativi di Fondazione UNA, che crede nella figura del cacciatore come “Paladino del Territorio”, custode degli equilibri faunistici e naturali dell’ecosistema. L’attività venatoria, è da intendersi, infatti come elemento utile e positivo della sostenibilità ambientale, a garanzia del mantenimento degli equilibri naturali. Non è un caso che Fondazione UNA, già nel 2020, è entrata a far parte di IUCN, Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, portando dunque il mondo venatorio in uno dei principali luoghi di dialogo internazionale sui temi della biodiversità.

Parallelamente ad una campagna di divulgazione sull’importanza della tutela delle specie protette, Fondazione UNA metterà in campo le sue risorse per fare educazione alla stessa comunità dei cacciatori sull’importanza di adottare un modello di caccia sostenibile, pienamente rispettoso delle regole, e in contrasto a qualunque forma di bracconaggio.

LE TRE SPECIE PROTETTE DEL PROGETTO #BIODIVERSITÀ IN VOLO AL PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO, LAZIO E MOLISE

Orso Marsicano Simbolo del Parco d’Abruzzo, l’orso bruno marsicano è una sottospecie degli orsi delle Alpi e rappresenta una specie endemica esclusiva dell’Italia centrale. Grazie al monitoraggio genetico si stima una popolazione di circa 50 individui con un intervallo tra 45-69 nel territorio del Parco e delle zone limitrofe.
Il bosco è l’habitat ideale per l’Orso; infatti qui è dove trova rifugio, riparo e cibo. Non è raro comunque che l’Orso frequenti, a seconda delle stagioni, le praterie di alta quota o i coltivi di fondovalle. 
Lupo Appenninico Il lupo appenninico è la sottospecie di lupo tipica della penisola italiana. Questa varietà è caratterizzata da un manto grigio-rossiccio, delle orecchie piuttosto corte e appuntite ed una coda non troppo lunga con punta nera. È un carnivoro opportunista appartenente alla famiglia dei canidi e le sue prede naturali sono il cinghiale, il capriolo ed il cervo. Il lupo vive in piccoli branchi formati dalla sua famiglia, costituita dai genitori e dalla loro cucciolata dell’anno, in genere composta da 4-6 cuccioli.
Negli anni 70 la popolazione di lupi italiana era ridotta a circa 100 esemplari, presenti in piccoli gruppi lungo la dorsale appenninica. Oggi per via della presenza di ungulati e della riduzione della caccia illegale il lupo è tornato a popolare il territorio italiano.
 
 Camoscio Appenninico Questo animale molto schivo è prevalentemente legato agli ambienti montuosi (1.200-2.000 m s.l.m.) caratterizzati da praterie e pareti scoscese; in inverno, scende più a valle nel bosco per ripararsi dalla neve. Grazie all’istituzione del Parco e ad un’attenta tutela, questo raro ungulato è stato salvato dall’estinzione. Infatti negli ultimi decenni la popolazione è tornata ad aumentare in modo consistente, tanto da consentire, attraverso programmi di ricerca, la reintroduzione in altre aree protette dell’Appennino, da dove si era estinto in epoca storica.  

FONDAZIONE UNA 

Fondazione UNA attraverso una nuova filiera ambientale, composta da realtà a volte in contrasto, si impegna nella tutela e nella gestione della natura contribuendo al benessere della comunità. In essa convergono, infatti, realtà ambientaliste, agricole e venatorie, insieme a quelle scientifiche e accademiche, le quali condividendo obiettivi comuni e collaborando intorno a progetti concreti, agiscono sinergicamente verso il fine condiviso di realizzare un contesto territoriale e ambientale sostenibile. Uno dei fondamenti di Fondazione UNA è la tutela della biodiversità attraverso il suo impegno attivo nell’affrontare e cercare soluzioni alle emergenze che ne minacciano l’equilibrio, mediante la realizzazione di attività e progetti mirati.