La Banca Centrale Europea (Bce) ha deciso di fermarsi dopo dieci rialzi consecutivi dei tassi di interesse. Ma quanto durerà questa tregua? La domanda è legittima, considerando le implicazioni dirette delle fluttuazioni del costo del denaro, in particolare per i mutui. In passato, avremmo cercato la risposta nelle parole della presidente Christine Lagarde. Tuttavia, la comunicazione della Bce ha perso importanza rispetto al passato e oggi è evidente che le prossime mosse dipenderanno da fattori esterni alla politica monetaria. Uno di questi è l’andamento dei prezzi dell’energia, strettamente legato agli eventi in corso in Medio Oriente, come la guerra tra Hamas e Israele.
La politica monetaria ‘di rimessa’, corregge ma non guida
Da diversi mesi, Lagarde ha chiarito che le decisioni della Bce saranno prese in base ai dati e saranno reazioni alle circostanze. Non ci saranno indicazioni precise o quasi. I dati, in particolare l’andamento dei prezzi, comandano le decisioni della Bce. L’incertezza nell’economia dell’Eurozona è evidenziata dall’avvertimento che “i rischi restano al ribasso”. Questo significa che si aspettano dati che potrebbero peggiorare la situazione.
Cosa può cambiare, il rischio che riparta la corsa dei prezzi energetici
In sostanza, la politica monetaria della Bce rinuncia al suo ruolo di guida e interviene solo per correggere eventuali andamenti indesiderati. Questo approccio non è nuovo, ma diventa ancora più evidente in un contesto complicato come quello attuale, caratterizzato dal conflitto e dall’instabilità in Medio Oriente. Se la guerra tra Israele e Hamas si allargasse e prolungasse nel tempo, ci sarebbe il rischio di una nuova crisi energetica. Un aumento dei prezzi del petrolio e del gas avrebbe immediatamente conseguenze sull’inflazione, come già accaduto durante la guerra in Ucraina. Se la reazione della Bce fosse la stessa, potremmo assistere a un nuovo ciclo di rialzi dei tassi di interesse.
In conclusione, la comunicazione della Bce è diventata meno rilevante rispetto al passato e le prossime mosse dipenderanno da fattori esterni alla politica monetaria. L’andamento dei prezzi dell’energia, in particolare, è strettamente legato agli eventi in corso in Medio Oriente. La politica monetaria della Bce si basa su una reazione ai dati e non fornisce indicazioni precise sul futuro. Il rischio di una nuova crisi energetica potrebbe influenzare l’inflazione e portare a un nuovo ciclo di rialzi dei tassi di interesse.