La capitale catalana, di solito in prima linea su questioni di autonomia o amnistia, si rivolge ora a Madrid con una richiesta chiara: porre fine alla vendita di armi a Israele. Il consiglio comunale di Barcellona ha adottato una mozione presentata dalla formazione di sinistra di En Comù Podem, ottenendo 14 voti a favore e 6 contrari, con l’astensione del Partito Socialista Catalano e Junts. Vox e il Partito Popular hanno espresso voto contrario.
supportata da oltre 200 organizzazioni della società civile, sollecita il governo di Pedro Sànchez a interrompere il commercio di armi con Israele e a cessare la cooperazione militare e nella sicurezza con Tel Aviv. Ada Colau, leader di En Comù Podem e ex sindaca di Barcellona, ha twittato: “Prima abbiamo ottenuto che Barcellona interrompesse i rapporti con il governo israeliano. Ora il consiglio comunale dice no al genocidio.”
con particolare attenzione alla situazione nella Striscia di Gaza. Jess Gonzalez Herrera, consigliera comunale di Barcelona en Comù, esprime la speranza che l’iniziativa di Barcellona possa ispirare altre città a fare lo stesso, esercitando pressioni per fermare il genocidio e ottenere una presa di posizione da parte di Pedro Sànchez e dell’Unione Europea.
capogruppo di Sumar in Parlamento, alleato di Podemos, ha dichiarato a Madrid: “Quello che si sta vivendo a Gaza è intollerabile. Oggi facciamo un altro passo avanti per fermarlo. Barcellona ha approvato la richiesta che Pedro Sánchez sospenda il commercio di armi con il governo guerrafondaio di Netanyahu.”
le transazioni di armi tra lo Stato spagnolo e Israele ammontano a circa 130 milioni di euro tra il 2000 e il 2021. Nel primo semestre del 2022, il ministero dell’Interno ha registrato scambi per oltre 9 milioni di euro. La forte mobilitazione pro Palestina a Barcellona si è manifestata attraverso numerose proteste, con ulteriori manifestazioni programmate nei prossimi giorni.
Pedro Sànchez, ha recentemente affrontato la questione mediorientale durante il suo intervento all’Europarlamento, sottolineando la necessità che l’UE si esprima chiaramente contro la perdita di vite innocenti nella Striscia di Gaza, affermando che la stessa chiarezza e unità dovrebbero essere applicate come avvenuto in risposta all’invasione russa in Ucraina. Sànchez ha affermato che è giunto il momento di abbandonare il silenzio e di parlare con chiarezza e unità di fronte agli sviluppi avvenuti dopo l’attacco terroristico di Hamas e l’offensiva militare israeliana a Gaza del 7 ottobre.
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