Banca Progetto sotto amministrazione giudiziaria: i legami con la ‘ndrangheta emergono all’inchiesta

Il recente provvedimento della Guardia di Finanza di Milano ha portato alla luce un’importante operazione di amministrazione giudiziaria nei confronti della Banca Progetto. Sono emersi legami preoccupanti tra l’istituto di credito e organizzazioni legate alla criminalità organizzata, in particolare la ‘ndrangheta. Le indagini, condotte dalla Procura DDA di Milano, hanno svelato un quadro complesso in cui diverse società, apparentemente legittime, hanno beneficiato di finanziamenti statali mentre erano al contempo coinvolte in dinamiche illecite.

Le indagini della Guardia di Finanza

Le indagini della Guardia di Finanza, coordinate dalla DDA di Milano, sono state avviate per analizzare le pratiche bancarie e i finanziamenti concessi dalla Banca Progetto. L’attenzione degli inquirenti si è concentrata sui rapporti sospetti tra l’istituto e diversi soggetti già indagati per associazione mafiosa. Attraverso una serie di accertamenti, è stata riscontrata la concessione di prestiti assistiti da garanzia statale, ottenuti grazie al supporto del Fondo Centrale di Garanzia a favore delle Piccole e Medie Imprese.

Questi prestiti sembrano essere stati erogati a società con legami con la ‘ndrangheta, in particolare alla locale di Legnano-Lonate Pozzolo, nel Varesotto. Secondo la procura, l’istituto ha eluso sistematicamente i principi di prevenzione dal riciclaggio, contribuendo in modo significativo all’ingresso di capitali illeciti nel circuito economico legale. Le risorse finanziarie ottenute da queste società, quindi, non solo hanno alimentato interessi criminali ma hanno anche minato la salutare operatività del sistema bancario.

Criticità del sistema bancario

L’amministrazione giudiziaria impostata dal tribunale di Milano non è da considerare un’azione isolata, ma il culmine di un percorso investigativo ampio e articolato. Le indagini hanno rivelato gravi criticità sul funzionamento interno della Banca Progetto, tra cui la permeabilità a influenze esterne e a rapporti con soggetti in odore di criminalità. Le criticità riscontrate riguardano non solo la gestione dei crediti, ma anche il mancato rispetto delle normative vigenti in materia di antiriciclaggio.

Le evidenze raccolte dai fascicoli bancari sottolineano che l’istituto ha concesso finanziamenti a società già coinvolte in operazioni considerate illecite, tra cui il trasferimento fraudolento di valori. In diversi casi, queste transazioni non solo avevano le caratteristiche di un reato comune, ma si presentavano aggravate dalla modalità mafiosa, evidenziando un contesto di collaborazione tra le attività imprenditoriali e i gruppi della criminalità organizzata.

Le conseguenze per l’economia locale

Il coinvolgimento della Banca Progetto in questioni legate alla criminalità organizzata potrebbe avere ripercussioni significative sull’economia locale e sulla fiducia dei cittadini nelle istituzioni finanziarie. Gli aiuti di stato, destinati a sostenere gli imprenditori in un periodo di crisi economica senza precedenti, rischiano di essere compromessi da pratiche scorrette che favoriscono l’illegalità.

Interventi come quello della Guardia di Finanza sono fondamentali per garantire la trasparenza e la legalità nel sistema economico. Tuttavia, la sfida rimane complessa, poiché il mondo delle piccole e medie imprese è spesso cieco di fronte alle infiltrazioni mafiose, le quali si sono radicate profondamente in alcuni settori. L’amministrazione giudiziaria della Banca Progetto potrebbe quindi rappresentare un primo passo cruciale verso la riforma e il ripristino della fiducia nel sistema bancario, nonché nella legittimità dei finanziamenti pubblici. Solo il tempo dirà se questo intervento sarà sufficiente per arginare l’influenza della criminalità organizzata nell’economia legale.