Bali, fenomeno dell’overtourism: potrebbe bloccare le nuove costruzioni turistiche per un decennio

Negli ultimi anni, il fenomeno dell’overtourism ha messo in difficoltà molte destinazioni popolari, e ora anche Bali sta adottando misure per affrontare questa sfida. La rinomata isola indonesiana sta considerando un blocco di nuove costruzioni turistiche per un periodo che potrebbe durare fino a dieci anni. Un passo drastico, ma necessario, per preservare l’ambiente, la cultura locale e migliorare la qualità della vita dei residenti.


Il problema dell’overtourism a Bali

L’overtourism si manifesta quando il numero di visitatori supera la capacità di gestione della destinazione, causando danni ambientali e sociali. Bali è un caso emblematico: l’aumento dei flussi turistici ha provocato erosione delle coste, deterioramento di siti storici e la distruzione di habitat naturali. Inoltre, i residenti dell’isola si trovano ad affrontare un aumento del costo della vita, perdita di identità culturale e sovraffollamento.

Per fronteggiare questa situazione, molte località turistiche in tutto il mondo stanno adottando misure restrittive come l’introduzione di quote giornaliere o tariffe d’ingresso. Bali, però, ha deciso di spingersi oltre.

Stop alle nuove costruzioni turistiche: il piano

L’amministrazione dell’isola ha richiesto al governo centrale dell’Indonesia una moratoria sulle nuove costruzioni di carattere turistico. Questa sospensione potrebbe durare fino a un decennio ed è mirata a frenare lo sviluppo incontrollato nelle zone con alta densità abitativa e turistica. L’obiettivo principale è preservare la cultura locale e lo straordinario ambiente naturale dell’isola.

Il governatore ad interim di Bali, Sang Made Mahendra Jaya, ha proposto questa moratoria specificamente per quattro aree densamente popolate, spesso affollate da hotel, ville e stabilimenti balneari. Il governo centrale ha accolto la proposta, ma la definizione della tempistica per l’implementazione delle restrizioni è ancora in corso.

Secondo Hermin Esti, alto funzionario del Ministero degli Affari marittimi e degli Investimenti, questa decisione rientra in un più ampio progetto di riforma del settore turistico dell’isola. L’obiettivo è incrementare la qualità del turismo, salvaguardare le tradizioni culturali e creare maggiori opportunità lavorative per la popolazione locale.

Crescita turistica fuori controllo

Bali ha registrato una crescita esponenziale sia in termini di visitatori che di residenti stranieri. Nel 2022 si contavano 541 hotel sull’isola, rispetto ai 507 del 2019. Dopo la riapertura post-pandemia, gli arrivi sono aumentati drasticamente, con 2,9 milioni di visitatori stranieri registrati solo nella prima metà dell’anno, rappresentando il 65% del totale degli arrivi in Indonesia.

Questo afflusso massiccio ha portato a un sovrasviluppo e a una crescente presenza di stranieri che si stabiliscono permanentemente sull’isola, stimati in circa 200.000 residenti. Tali dinamiche hanno innescato problemi come criminalità, competizione per i posti di lavoro e il deterioramento della qualità della vita.

Comportamenti turistici inappropriati

A peggiorare la situazione, i comportamenti inappropriati di alcuni turisti sono diventati virali sui social media, contribuendo ad alimentare il malcontento tra la popolazione locale. Per affrontare un quadro ormai insostenibile, il governo indonesiano sta quindi pianificando la moratoria sullo sviluppo turistico a Bali. La misura potrebbe durare fino a 10 anni e mira a controllare l’impatto della crescita turistica sull’isola.

Il Ministro del Coordinamento degli Affari marittimi e degli Investimenti, Luhut Pandjaitan, ha sottolineato l’urgenza di questo piano per proteggere la cultura e l’ambiente dell’isola. Un intervento necessario per evitare che la bellezza naturale di Bali e la sua cultura millenaria vengano sopraffatte dall’eccessiva pressione del turismo.