L’incidenza delle patologie onco-ematologiche, in particolare dei linfomi, ha registrato un aumento significativo negli ultimi cinquant’anni. Se da un lato i progressi terapeutici hanno migliorato le prospettive di sopravvivenza, dall’altro lato la crescita dei casi ha sollevato interrogativi su quali possano essere i fattori all’origine di questo trend. L’argomento è stato al centro del convegno nazionale organizzato dall’Associazione Italiana contro le Leucemie, i Linfomi e il Mieloma, dove esperti del settore hanno discusso delle cause e delle implicazioni di questo fenomeno.
Negli ultimi decenni si è osservato un raddoppio dell’incidenza dei linfomi. Secondo Vincenzo Pavone, direttore scientifico dell’Unità Operativa di Ematologia e Trapianto dell’Ospedale di Tricase , questo incremento può essere attribuito a diversi fattori, tra cui una diagnosi più precoce e una maggiore attenzione da parte del personale medico. Mentre la possibilità di rilevare le malattie in fase iniziale porta a una maggiore quantità di casi diagnosticati, è imperativo riconoscere che l’incidenza è aumentata in modo reale.
L’aumento della mortalità, che accompagna questa crescita, presenta un quadro complesso; sebbene la mortalità generale rimanga stabile o diminuisca in specifici subset di linfomi, ciò sottolinea l’importanza di monitorare sia l’incidenza che il decorso clinico delle malattie. I linfomi presentano un’eterogeneità significativa: alcuni sono trattabili e consentono ai pazienti di vivere a lungo, mentre altri, più aggressivi, riducono la speranza di vita media a soli 5-7 anni. Questa variabilità nella risposta alle terapie richiede un approccio personalizzato nella gestione e nel trattamento dei pazienti.
La questione dell’aumento dell’incidenza delle malattie onco-ematologiche non può essere affrontata senza considerare i fattori ambientali. Pavone ha enfatizzato come l’inquinamento ambientale e l’uso sconsiderato di sostanze chimiche influiscono negativamente sulla salute. Numerosi materiali tossici, che si accumulano nel sottosuolo o nei corpi idrici, sono stati collegati a patologie neoplastiche. Pertanto, l’attenzione verso la qualità dell’ambiente che ci circonda è fondamentale nel tentativo di contrastare l’insorgere di queste malattie.
L’uso di prodotti chimici, alcuni dei quali sfuggono al nostro controllo quotidiano, è un’altra fonte di preoccupazione. Molti di essi entrano nell’organismo attraverso l’alimentazione o l’aria che respiriamo. La presenza di sostanze chimiche, talvolta non completamente identificate, potrebbe contribuire a mutazioni genetiche e alterazioni cellulari che, a lungo termine, aumentano il rischio di sviluppare malattie onco-ematologiche. È cruciale che la comunità scientifica continui a studiare queste correlazioni e a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di un ambiente più pulito e sano.
In aggiunta ai fattori ambientali, il nostro stile di vita svolge un ruolo significativo nell’incidenza di malattie come i linfomi. Comportamenti alimentari malsani, come il consumo eccessivo di cibi processati, l’abitudine al fumo e l’obesità, sono stati associati a un maggior rischio di sviluppare neoplasie. Pavone ha messo in evidenza anche aspetti di routine che spesso vengono trascurati, come l’uso di coloranti per capelli e l’alimentazione a base di pesce affumicato, che possono contenere additivi dannosi per la salute.
Un dato preoccupante emerso dall’analisi condotta è che solo il 5% degli italiani applica realmente nei fatti i principi della dieta mediterranea, mentre la maggior parte continua a scegliere opzioni alimentari poco salutari. La tendenza a consumare pasti rapidi, spesso ricchi di salse industriali, evidenzia la necessità di una maggiore consapevolezza alimentare. L’uso di contenitori di plastica, soprattutto se riscaldati, produce sostanze chimiche dannose come gli ftalati, sottolineando come anche piccole abitudini quotidiane possano avere un impatto duraturo sulla nostra salute.
L’argomento delle patologie onco-ematologiche non può essere trattato in modo superficiale, ma richiede un’analisi approfondita che tenga conto di un complesso insieme di variabili, dalle scelte personali all’ambiente circostante. La continua ricerca e la volontà di migliorare il nostro stile di vita saranno fondamentali per affrontare questo crescente problema di salute pubblica.