Nel 2022, in Italia, il numero delle interruzioni volontarie di gravidanza ha raggiunto quota 65.661, segnando un incremento significativo rispetto all’anno precedente. Questo articolo analizza i dettagli del rapporto divulgato dal ministero della Salute, evidenziando le varie dinamiche che hanno influenzato l’aumento degli aborti, nonché le nuove tendenze nel ricorso a metodi farmacologici.
I dati riportati mostrano un aumento del 3,2% rispetto al 2021, con una maggiore incidenza tra le donne straniere rispetto alle italiane . Inoltre, si registra una crescita preoccupante nelle interruzioni tra le minorenni, con un tasso di abortività pari a 2,2 per 1.000, confermando una tendenza già emersa nel 2021. Tuttavia, il tasso di abortività tra le under 18 rimane inferiore rispetto ai valori riscontrati in altri paesi europei con sistemi sanitari simili. Questo scenario offre uno spaccato della realtà sociale e sanitaria italiana, dove diversi fattori possono motivare questa scelta.
In un’analisi più approfondita dei metodi utilizzati, per la prima volta si segnala un sorpasso delle interruzioni farmacologiche su quelle chirurgiche. Le Ivg farmacologiche, effettuate con mifepristone e prostaglandine, toccano il 52% del totale, superando quindi le tecniche chirurgiche che rappresentano il 46,6%.
La relazione presentata dal ministero ha destato non poche critiche da parte di associazioni come Luca Coscioni, che lamentano l’assenza di dati disaggregati per singole strutture. Filomena Gallo, avvocata e segretaria nazionale di quest’associazione, ha sottolineato che i dati disponibili sono insufficienti per valutare appieno l’applicazione della legge 194. Senza informazioni dettagliate a livello regionale, è difficile comprendere l’accessibilità ai servizi e le modalità di erogazione delle Ivg nel paese.
La mancanza di trasparenza e la raccolta di dati aggregati per regione non permettono di delineare un quadro chiaro della situazione. La richiesta di punti informativi precisi è urgente, in quanto un diritto fondamentale come quello della salute deve essere garantito a tutte le donne, senza ostacoli.
L’analisi del rapporto evidenzia anche un aumento del tasso di abortività generale, che nel 2022 si attesta a 5,6 Ivg per 1.000 donne di età compresa tra 15 e 49 anni, con un incremento del 5,1% rispetto al 2021. Il rapporto di abortività raggiunge 166,6 Ivg per 1.000 nati vivi, segnando anch’esso un incremento del 4,8%. Questi dati contraddicono una tendenza storica alla diminuzione delle interruzioni di gravidanza. Il ministro Orazio Schillaci ha rilasciato dichiarazioni sul fatto che ulteriori raccolte di dati aiuteranno a chiarire se si tratta di un fenomeno isolato o se rappresenti un cambiamento più profondo nei modelli di aborto in Italia.
Il sorpasso dell’aborto farmacologico su quello chirurgico potrebbe derivare da una migliore attuazione delle linee guida ministeriali riguardanti l’uso del mifepristone. Le minorenni mostrano un incremento nelle interruzioni, un dato correlato all’aumento delle Ivg italiane e alla diminuzione di quelle straniere.
Il tasso di Ivg nel 2022 ha mostrato un aumento diffuso in tutta Italia, eccetto che nelle isole, dove le cifre sono rimaste stabili. Con riguardo all’andamento regionale, alcuni casi isolati evidenziano mantenimenti e lievi diminuzioni. Le fasce d’età più colpite continuano a essere quelle delle donne tra i 25 e i 34 anni, mentre tra le over 40 la situazione appare invariata.
Un aspetto importante è rappresentato dai tempi di attesa per l’intervento, che risultano in diminuzione, seppur variabile di regione in regione. L’aumento delle Ivg entro le prime otto settimane di gestazione suggerisce un cambiamento nella scelta delle donne, con un ricorso crescente alla tecnica farmacologica.
La relazione segnala anche un incremento significativo nella distribuzione della contraccezione di emergenza, con vendite di ulipristal acetato aumentate del 27,7% rispetto al 2021. Questa crescita è associata alla rimozione dell’obbligo di prescrizione per le minorenni, un cambiamento introdotto nel 2020.
Viceversa, il levonorgestrel ha registrato un incremento più modesto, segnando +6,7% rispetto all’anno precedente. La distribuzione della contraccezione di emergenza e la mancanza di tracciabilità sulle vendite evidenziano la necessità di informazioni chiare per le diverse fasce d’età.
Infine, la relazione ha analizzato anche il tema dell’obiezione di coscienza, evidenziando un calo nel numero di interruzioni settimanali medie caricate ai ginecologi non obiettori. La distribuzione del carico di lavoro non sembra creare criticità nei servizi di Ivg, suggerendo che eventuali problemi nell’offerta del servizio possono derivare più dall’organizzazione regionale che dalla disponibilità di personale disposto a eseguire le procedure.