Aumento delle bollette energetiche spinge l’inflazione in Giappone oltre il 2%

L’inflazione in Giappone continua a mantenersi sopra l’obiettivo del 2% stabilito dalla Banca centrale, un fenomeno che sta suscitando attenzione e preoccupazione nonostante le misure adottate. I recenti incrementi nei costi delle bollette energetiche sono il principale fattore che contribuisce a questa situazione economica, causata da diverse dinamiche di mercato che le istituzioni stanno monitorando con attenzione. A novembre, l’indice dei prezzi al consumo ha mostrato un incremento significativo, evidenziando il perdurare della pressione sui consumatori giapponesi.

L’andamento dell’inflazione e le sue cause

Da aprile 2022, l’inflazione in Giappone è rimasta costantemente sopra il target del 2% fissato dalla Banca del Giappone . Nel mese di novembre, l’indice dei prezzi al consumo, depurato dalle componenti più volatili, ha raggiunto il 2,7%, segnando un aumento rispetto al 2,3% del mese precedente. Questo incremento non è avvenuto in un vuoto, ma è il risultato di una combinazione di fattori, tra cui il significativo aumento dei costi energetici e l’andamento dei prezzi dei beni alimentari.

L’analisi da parte degli esperti mostra che le spese per energia hanno subito un’impennata, in parte a causa del recente taglio dei sussidi governativi sulle bollette di elettricità e gas. Già provato da un’economia post-pandemia, il settore energetico giapponese si trova ora a far fronte a costi sempre più elevati per l’approvvigionamento delle materie prime, influenzato anche dalle tensioni geopolitiche globali che hanno impattato il mercato dell’energia.

Rincari dei prodotti alimentari e impatto sul quotidiano

L’aumento dei costi energetici provoca non solo un incremento diretto delle bollette ma si riflette anche sui prezzi dei beni di consumo, in particolare sui prodotti alimentari. Gli analisti segnalano un significativo aumento nel prezzo del riso e di altri generi alimentari, aggravato dalla pressione della domanda globale e dalla difficoltà di approvvigionamento. La combinazione di questi fattori fa sì che gli acquirenti giapponesi si trovino a dover affrontare costi crescenti nei mercati locali.

Questa situazione crea una spirale inflazionistica che può minacciare il potere d’acquisto delle famiglie. Le persone si vedono costrette a rivedere le proprie abitudini di spesa e a considerare se ridurre il consumo di beni non essenziali pur di far fronte agli aumenti dei costi delle bollette e dei prodotti alimentari di prima necessità. Conseguentemente, sorge la preoccupazione che un’inflazione alta possa influenzare negativamente il ciclo economico, limitando la crescita e portando a una stagnazione.

Nuove misure e politiche governative

Di fronte a questo status quo, il governo giapponese sta valutando nuove misure per contenere l’inflazione e tutelare i consumatori. Mentre il BoJ ha, fino a questo momento, mantenuto una politica monetaria espansiva, potrebbero essere necessarie azioni più assertive per sostenere l’economia. Le politiche a sostegno della fascia più vulnerabile della popolazione e un possibile ripristino o revisione dei sussidi potrebbero rientrare nelle strategie future.

Gli osservatori economici sono attenti a sviluppi in questo ambito, poiché ogni decisione avrà ripercussioni significative. La sfida consiste nel bilanciare la necessità di stimolare la crescita economica senza alimentare ulteriormente l’inflazione. Le prossime settimane saranno cruciali, mentre il governo e la Banca centrale continuano a monitorare la situazione cercando di trovare soluzioni efficaci per questa problematica complessa e interconnessa.